Dal 2012 contro la malnutrizione in Mali
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21-03-2017 | di COOPI

Dal 2012 contro la malnutrizione in Mali

La malnutrizione uccide. Nella regione del SAHEL - che comprende Mali, Ciad, Niger, Nigeria e Camerun - la malnutrizione acuta miete centinaia di migliaia di vittime, per lo più bambini tra i 6 mesi e i 5 anni di vita. Nel 2012, in particolare, la scarsità di precipitazioni nella stagione delle piogge ha provocato una grave emergenza nutrizionale nel SAHEL; un'emergenza particolarmente grave soprattutto in Mali. L'intervento di COOPI è stato rapido ed efficace grazie all'avviamento del progetto di Prevenzione e presa in carico della malnutrizione acuta e severa nel Distretto Sanitario di Ségou con il finanziamento della Commissione Europea. Dal 2012 ad oggi COOPI ha proseguito il suo intervento, riuscendo negli ultimi 3 anni a salvare la vita di 18mila bambini affetti da malnutrizione acuta severa in Mali.

Il metodo "mille giorni"

Il 90% dei bambini sotto i 5 anni e delle madri incinte e allattanti nel distretto sanitario di Ségou sono presi in carico dal progetto. Durante un percorso che dura due anni (denominato "metodo mille giorni"), i bambini e le mamme ricevono cure mediche, alimenti d'emergenza e corsi di formazione all'educazione alimentare. Tra gli obiettivi principali di questo progetto c'è non solo di salvare i malati più gravi da un pericolo mortale, ma di evitare che la storia si ripeta tramite la sensibilizzazione della popolazione.

Halima e sua figlia Kya

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«Kya, la mia ultima nata, ha 19 mesi e soffre di malnutrizione acuta severa», racconta Halima, 27 anni e mamma di 4 bambini. «Ha iniziato a perdere peso dopo la fine dell'allattamento. Ha perso a poco a poco l'entusiasmo, il sorriso e la parola fino a quando ha smesso definitivamente di parlare», spiega Halima ripensando con malinconia al triste momento in cui non sentiva più la sua bambina vicina a sé. Ma subito dopo, come rianimata dai gridolini di Kya che gioca, continua: «Da quando abbiamo iniziato a partecipare al progetto di COOPI, invece di svegliarmi con un fagottino immobile al fianco ho ricominciato a sentire il dolce respiro della mia bimba sulla guancia alla mattina». Una storia a lieto fine, che dà speranza ai tanti bimbi malati di malnutrizione acuta ancora in cura.
 

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