20-04-2017 | di COOPI
In Africa è allarme fame
Sono 30 milioni le persone dell'Africa Centro-orientale che stanno affrontando oggi la peggiore carestia dalla Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo non se ne parla, ma uomini, donne e bambini del Corno d'Africa, del bacino del Lago Ciad e del Sud Sudan non hanno cibo e acqua sufficienti per sopravvivere.
Emergenza Africa
Per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravità della crisi, AGIRE - il network di 9 ong unite contro l'emergenza di cui COOPI fa parte - ha lanciato la campagna "Non senza di Te".
"SENZA CIBO, SENZA ACQUA, SENZA FORZA, MA NON SENZA DI TE" recita la campagna, che pone al centro le persone, sia quelle colpite dalla crisi, che sono prive di tutto ciò che è indispensabile per vivere, sia quelle che hanno il potere di fare qualcosa, senza le quali le azioni di aiuto delle organizzazioni umanitarie sono impossibili. "NON SENZA DI TE" É UN APPELLO DIRETTO DELLE VITTIME DELLA CRISI A NON ESSERE LASCIATE SOLE.
Morire di fame nel terzo millennio è una vergogna per l'umanità intera. Fare qualcosa è possibile.
COOPI in prima linea
COOPI da anni è in prima linea nel Corno d'Africa (in Etiopia e Somalia) ed in tutti i Paesi del Bacino del Lago Ciad per salvare vite, dare cure e protezione ai più vulnerabili.
Corno d'Africa: l'80% del bestiame, fonte di sostentamento principale per la popolazione, è morto per la forte siccità che ha colpito l'intera area. A causa di El Niño, infatti, le ultime due stagioni delle piogge sono state quasi inesistenti.
In Etiopia dal 1995 e in Somalia dal 2001, noi di COOPI ci adoperiamo per ridurre i livelli di malnutrizione di mamme e bambini, anche attraverso la distribuzione di voucher per l'acquisto di prodotti di base per le famiglie; assicuriamo acqua potabile e condizioni igieniche adeguate per ridurre la diffusione di malattie; miglioriamo la nutrizione e il reddito dei piccoli agricoltori attraverso l'integrazione e la diversificazione dei mezzi di sussistenza.
Bacino Lago Ciad: nella regione a cavallo tra le frontiere di Nigeria, Niger, Camerun e Ciad, gli attacchi di Boko Haram, uniti ad un insieme di fattori che rendono il contesto particolarmente precario, hanno dato vita ad una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi 10 anni. Circa 17 milioni di persone sono coinvolte da questa crisi e oltre 2.6 milioni hanno lasciato le loro case per cercare protezione e sicurezza. In una situazione di crisi di questo tipo tutti i settori sono colpiti, per questo la nostra conoscenza del contesto e la nostra esperienza ci hanno permesso di rispondere in maniera tempestiva alle necessità delle comunità costrette a fuggire nei Paesi vicini per scappare dalle violenze. Accanto ad attività di educazione/formazione in contesti di emergenza, realizziamo progetti di protezione attraverso primo soccorso psicologico per favorire l'elaborazione delle atrocità subite, accoglienza e riunificazione familiare per i minori non accompagnati; portiamo avanti progetti per sostenere l'allevamento e l'agricoltura e per rafforzare le capacità delle comunità di adattarsi ai cambiamenti climatici; combattiamo la malnutrizione materno-infantile.