14-05-2018 | di COOPI
Aleppo, Siria: per sostenere la ripresa, COOPI punta sui centri comunitari
È stato avviato il nuovo progetto di COOPI in Siria, volto a sostenere la popolazione di Aleppo est duramente colpita dal lungo e tragico assedio terminato nel 2016. Grazie al finanziamento dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), la ONG italiana raggiungerà più di 4.000 persone, tra cui uomini, donne e bambini che soffrono di traumi psicologici, disabilità permanenti, malnutrizione, privazioni ed i volontari che saranno formati ad assisterli. Attraverso il coinvolgimento di 4 centri comunitari e l’attivazione di 2 nuove unità mobili, COOPI fornirà materiali di prima assistenza, medicinali di base ed un sostegno psicologico specializzato, allo scopo di rafforzare la capacità di recupero e di ripresa della popolazione.
Aleppo è stata coinvolta dal 2012 al 2016 in una delle più tragiche battaglie della crisi siriana. Ad oggi non esiste una stima esatta dei danni riportati e delle vittime; tuttavia, a più di un anno dalla fine dell’assedio, la situazione è ancora molto grave: la distruzione è ovunque, decine di migliaia di persone non hanno accesso ad acqua ed elettricità, il sistema scolastico e la sanità devono essere ricostruiti, nell’area urbana, come in quella rurale attorno alla città sono diffusi ordigni esplosivi ancora da rimuovere. Decine di migliaia di persone hanno subito direttamente gravi danni a causa del conflitto; il 30% di queste con disabilità psicologiche e fisiche permanenti.
In questo quadro, l’intervento di COOPI si svolge su un doppio binario: aiutare i soggetti più svantaggiati da una parte, offrendo loro servizi di assistenza medica e psicologia e dall’altra, creando un tessuto sociale solidale e protettivo verso gli stessi, che abbia una durata maggiore rispetto all’intervento in sé.
Spiega Marco Loiodice, responsabile progetti di COOPI in Medio Oriente: «Lavoreremo nei centri comunitari dei quartieri di Bustan Alkasser, Shaar e Fardous, ad Aleppo, a stretto contatto con il network dei volontari per rispondere alle necessità delle famiglie e dei singoli in maggiore difficoltà e per recuperare quei legami sociali che la guerra ha sfaldato. Solo riattivando i meccanismi di protezione sociale, potremo aiutare le persone ad affrontare le sfide che hanno di fronte, la comunità ad opporsi alla tentazione di stigmatizzare chi vive una condizione di diversità, le famiglie a promuovere pratiche più attente ai bambini e agli anziani».
La crisi siriana, che Filippo Grandi, Alto Commissario dell’UNHCR, ha definito la più devastante della nostra epoca, è entrata nel suo ottavo anno di conflitto. Mentre lo scontro continua senza ragionevoli speranze di soluzioni a breve termine, COOPI ed UNHCR lavorano con i partner locali e internazionali, a partire dalla SARC (la Mezzaluna Crescente Rossa Siriana) per sostenere la capacità di resilienza della popolazione.
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