08-03-2017 | di COOPI
Appello delle ONG italiane al Presidente Gentiloni
Roma, 8 marzo 2017
Oggetto: Lettera congiunta di 162 organizzazioni della società civile in vista del Consiglio Europeo dei Capi di Stato, 09-10 marzo 2017, su valori europei e politica migratoria
Egregio Presidente,
Egregi Ministri,
scriviamo oggi a nome di un ampio numero di organizzazioni della società civile europea che hanno deciso di unire la propria voce in vista del Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles il 9 e 10 Marzo p.v.
In quanto espressione di migliaia di persone in tutta Europa, lavoriamo insieme per garantire accesso ai servizi essenziali anche per i più deboli e sfortunati e ci impegniamo per portare avanti la lotta alla povertà e garantire la difesa dei diritti umani in Europa e nel mondo.
Di fronte alla preoccupante narrativa populista e xenofoba che sta caratterizzando il dibattito sulla migrazione in Europa e nel mondo, vogliamo lanciare con questa lettera un appello a voi, leader europei, perché vi facciate portavoce in Europa e nel mondo dei diritti e dei valori che caratterizzano l'Unione Europea ormai da più di 60 anni. Dobbiamo essere uniti nell'impedire che un approccio della gestione dei flussi migratori basato sulla deterrenza e la chiusura delle frontiere denigri e saboti il più ampio progetto europeo.
Ogni giorno siamo testimoni della solidarietà delle persone comuni verso coloro che fuggono da guerre brutali, persecuzioni, violazioni dei diritti umani, instabilità e povertà estrema. In tutta Europa e nel mondo, vediamo gente accogliere rifugiati e migranti nelle loro comunità, aprire la propria porta di casa, fornire volontariamente sostegno economico e beni di prima necessità o a volte anche solo tempo e conforto umano.
Questa settimana, molte di queste persone si sono messe in viaggio verso Bruxelles per chiedere ai politici di mantenere gli impegni presi in termini di ricollocamento dei richiedenti asilo dalla Grecia per "Portarli Qui".
Siamo orgogliosi dell'impegno che l'Europa ha preso in passato nel garantire il rispetto del diritto internazionale e i diritti umani, e confidiamo in voi per portare avanti e promuovere questo impegno sia all'interno che all'esterno dell'Europa. Tuttavia, con l'aumento del numero di persone bisognose arrivate in Europa nell'estate del 2015, l'Europa stessa non è stata capace di rispondere con umanità, dignità e solidarietà alle pressioni migratorie e alle richieste di aiuto di gente disperata in fuga o in cerca di una vita migliore.
Sentiamo continuamente ribadito l'impegno di garantire il rispetto dei valori europei da parte dei Governi - valori quali la dignità umana, la liberà, la democrazia, l'uguaglianza, lo stato di diritto e i diritti umani. E' arrivato il momento di tradurre questo impegno in azione. L'Europa e gli Stati Membri stanno concentrando le proprie politiche migratorie sul controllo delle frontiere, bloccando l'arrivo dei migranti e richiedenti asilo al di fuori dei confini europei, in paesi di transito, spesso pericolosi, che non garantiscono adeguato accesso alla protezione internazionale.
Vi chiediamo dunque una gestione del fenomeno migratorio che sia etica e fondata su principi e azioni lontani dalla retorica populista. Dimostrare forza non significa cacciare chi è in difficoltà. Dimostrare forza significa avanzare sicuri e uniti sulla via della difesa dei propri valori umani.
Paesi quali la Turchia, la Giordania e il Libano continuano ad accogliere milioni di rifugiati. L'Unione Europea e gli Stati membri devono continuare ad agire in quanto attori politici credibili e non costringere migliaia di persone a vivere in condizioni inumane e degradanti sulle isole greche, o respingendole in zone di guerra come la Libia.
Un approccio basato sulla deterrenza e la chiusura delle frontiere non può prevalere su politiche migratorie sostenibili e capaci di garantire il rispetto dei diritti delle persone.
Chiediamo a voi e ai leader europei di aprire vie regolari e sicure verso l'Europa, ad esempio attraverso il rilascio di visti umanitari e altri tipi di visti, l'incremento delle quote di reinsediamento, l'accesso a programmi di ricongiungimento familiare rapidi ed efficaci, una più efficace mobilità lavorativa che consideri tutti i livelli di qualificazione.
Ricordate sempre che le vostre decisioni hanno conseguenze importanti sulla vita e la morte delle persone. Continuando un pericoloso gioco al ribasso degli standard di accoglienza, gli altri paesi del mondo seguiranno il vostro esempio.
L'Europa riprenda coraggiosamente il suo ruolo di garante dei diritti umani e fondamentali nel mondo.