03-02-2016 | di COOPI
Bilancio del nostro intervento contro la fame a Kinshasa
Dal 2002, anno in cui è ripresa la cooperazione con la Repubblica Democratica del Congo, l'Unione europea ha destinato più di 180 milioni di euro in progetti di sviluppo, volti a migliorare la sicurezza alimentare in tutto il territorio nazionale.
Dal 2012, in particolare, l'impegno europeo si è concentrato in dieci progetti triennali del valore totale di 30 milioni di euro, di cui uno affidato a COOPI.
Il progetto, intitolato "Aumento della disponibilità di generi alimentari sul mercato di Kinshasa attraverso il supporto alla produzione nel Plateau de Batéké", come gli altri finanziati dall'Unione europea è in fase di conclusione e dunque di bilanci.
Abbiamo lavorato a contatto con circa 3.200 famiglie di agricoltori e abbiamo raggiunto circa 2.000.000 di beneficiari indiretti nella regione di Kinshasa.
Michel Dumond, ambasciatore dell'Unione europea in Repubblica democratica del Congo, ha dichiarato il 5 giugno a Kinshasa, a proposito dei benefici apportati dai progetti finanziati, che il tasso di malnutrizione nella zona è calato molto, grazie all'aumento della produzione agricola e all'introduzione di nuove colture.
"Noi abbiamo introdotto la produzione del niébé che é un legume ricchissimo di proteine, il che ci ha aiutato nella lotta alla malnutrizione per via della diversificazione alimentare. La raccolta del niébé é attualmente in corso, i dati sono approssimativi perché in evoluzione ogni settimana, ma siamo già a quasi due tonnellate", racconta Francesca Torchia, capo progetto di COOPI.
"Nonostante gli sforzi, resta ancora molto da fare", ha spiegato Dumont dell'Unione europea. "La malnutrizione è ancora un fenomeno preoccupante e l'aumento della produzione e la diversificazione dei prodotti sono sicuramente delle buone notizie, ma devono essere consolidate, per esempio attraverso una maggiore attenzione all'allevamento, una nuova legge sul diritto fondiario rurale e una manutenzione delle vie di collegamento nelle aree agricole".
"Sull'allevamento, abbiamo raggiunto un buon risultato", commenta Torchia. "L'84% delle organizzazioni contadine che sono state appoggiate dal progetto nel primo anno con il dono di capre e l'appoggio del servizio veterinario durante tutto il progetto, continua la sua piccola attività di allevamento".
Un aspetto particolare di cui andare fieri è quello ambientale: il programma finanziato dall'Unione europea ha posto particolare attenzione all'agroforestazione, una pratica che mira alla diffusione degli alberi nelle aree coltivate per favorire la biodiversità, diminuire gli effetti negativi delle colture sui terreni e contrastare il surriscaldamento globale. Con questa attività COOPI ha piantato circa 50.000 piante di acacia su una superficie di 56 ettari in 7 nuovi siti agroforestieri.
Un aspetto invece da rafforzare in futuro e in generale per l'Unione europea è la solidità e l'autonomia delle cooperative agricole, che sono ancora strutture fragili e fanno fatica a rispondere efficacemente alle esigenze dei loro membri. "Finora la nostra azione ha prodotto dei buoni risultati: abbiamo contribuito a fondare la COPAP Asbl, il Coordinamento delle Organizzazioni Agricole del Plateau de Batéké.
Il progetto ha in questi anni equipaggiato l'organismo con 3 camion, 3 trattori, la costruzione di 18 centri di trasformazione dei prodotti agricoli, la costruzione di un deposito/punto vendita dei prodotti a Kinshasa, formazioni varie sulle tecniche agricole e di gestione, accompagnamento tecnico, ecc.
Con questa ultima fase, doneremo un nuovo camion per il trasporto di 10 tonnellate di prodotti e 2 macchine pick up. La speranza é quella che la COPAP possa continuare le sue attività anche dopo il progetto", dichiara Francesca Torchia, la capo progetto.
L'Unione europea, ha concluso Dumond, continuerà a sostenere lo sviluppo del Paese, uno sviluppo inclusivo che possa sia garantire migliori condizioni di vita alla popolazione locale sia preservare le eccezionali ricchezze naturali della Repubblica democratica del Congo.