Ciad. L'importanza di una nuova accezione ai disturbi psichici
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28-02-2020 | di COOPI

Ciad. L'importanza di una nuova accezione ai disturbi psichici

In Ciad, i disturbi psichici continuano ad essere considerati come una maledizione a vita, le cui conseguenze si ripercuotono non soltanto sulla persona in bisogno, ma su tutta la famiglia se non, addirittura, la comunità. Ragion per cui le persone affette da disturbi mentali vengono spesso lasciate nelle mani dei marabou, i guaritori tradizionali; isolate, incatenate e rinchiuse in casa per anni da famiglie rassegnate a non vedere miglioramenti nella salute dei propri cari.

Ad oggi, non esiste una normativa in materia di salute mentale in Ciad ed il paese è sprovvisto di un sistema sanitario in grado di fornire un’assistenza specializzata adeguata.

La presenza di questa lacuna normativa e conoscitiva acquisisce particolare rilievo nella provincia del Lago Ciad, teatro di episodi di violenza e crudeltà, dove le comunità sono spesso costrette ad abbandonare tutti i loro averi e affetti per sfuggire agli attacchi perpetrati da elementi affiliati a Boko Haram o ad altri gruppi armati. Il costante movimento della popolazione e, di conseguenza, la dissoluzione dei meccanismi di protezione comunitaria, uniti agli orrori visti e subiti durante il conflitto, hanno contribuito ad aumentare i casi di malessere psicologico come, ad esempio, i disturbi legati all’ansia e alla depressione.

È proprio all’interno di questo contesto che si inserisce la terza fase del progetto di COOPI finanziato dall’Office of U.S Foreign Disaster Assistance (OFDA) e rivolto alla promozione della salute mentale e del benessere psicosociale delle comunità sfollate, autoctone, e rifugiate afflitte dal conflitto.

Tra le varie iniziative realizzate nel quadro di questo progetto, le attività di sensibilizzazione della popolazione sui temi e le problematiche relative alla salute mentale si sono rivelate fin dal primo momento uno degli aspetti più cruciali ed essenziali del nostro intervento. In effetti, i nostri agenti sul terreno si adoperano per decostruire la concezione magico-religiosa dei disturbi mentali e per informare le comunità sull’importanza del supporto psicologico o psichiatrico e sui relativi servizi di presa in carico in loro favore. Con l’aiuto di materiali di informazione, educazione e comunicazione adeguati, come le immagini illustrative, essi sono messi nella condizione non solo di capire per quale motivo il loro benessere possa peggiorare in seguito a, per esempio, eventi traumatici ma anche che essere affetti da un disturbo psichico non implica una condanna a vita.

Al termine di queste sessioni, i beneficiari vengono incoraggiati sia a partecipare ad attività di supporto psicosociale, quali i gruppi di sostegno o i laboratori di teatro, sia a cercare un aiuto di tipo psicologico/psichiatrico direttamente nei centri di salute o tramite la segnalazione alle nostre squadre mobili di primo soccorso psicologico. Grazie alla realizzazione di queste attività e al passaparola tra i membri delle varie comunità, il tasso dei casi riferiti presso le nostre strutture é in costante crescita. Nel periodo tra settembre 2018 e settembre 2019, 217 consultazioni psicologiche (32 ragazze, 13 ragazzi, 63 uomini et 109 donne) e 571 casi psichiatrici (41 ragazze, 38 ragazzi, 176 uomini et 316 donne) sono stati presi in carico dalle nostre strutture sanitarie partner (CHAD Final report 72OFDA18GR00101).

COOPI si è posta come obiettivo non solo quello di continuare il suo lavoro di sensibilizzazione e supporto ai centri sanitari- tramite la formazione del personale medico, l’approvvigionamento di farmaci psicotropi e il supporto alle varie strutture sanitarie - ma anche quello di accompagnare l’ufficio del programma nazionale di salute mentale nel suo appello al Ministero della salute in favore dell’adozione di una politica nazionale di salute mentale.

Si ringrazia Domiziana Burei, assistente al coordinamento del Ciad, per la collaborazione

Foto credits: Abdoulaye Barry