Ciad. Proteggiamo i diritti dei gruppi più vulnerabili nel dipartimento di Mamdi
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19-10-2020 | di COOPI

Ciad. Proteggiamo i diritti dei gruppi più vulnerabili nel dipartimento di Mamdi

Dallo scorso agosto, COOPI – Cooperazione Internazionale è impegnata di nuovo in Ciad nel progetto di emergenza “Peacebuilding: proteggiamo i diritti dei gruppi più vulnerabili nel Dipartimento di Mamdi, Ciad”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). Il progetto si pone come naturale prosecuzione del precedente dal nome “Sostegno alla protezione dei bambini colpiti dalla crisi del Lago Ciad”, anch’esso finanziato da AICS e in fase di chiusura.

La linea d’azione del progetto ha come obiettivo ultimo quello di migliorare i diritti dei bambini, di assisterli a superare i traumi subiti e di sensibilizzare la popolazione adulta sui diritti all’infanzia di cui i nostri beneficiari sono privati.

Per fare ciò, il progetto si pone come primo passo quello di identificare i casi di bambini separati dalle proprie famiglie, assisterli e ricongiungerli, se possibile, ai propri cari. A tal fine, è prevista la costruzione di 5 Spazi Amici dell’Infanzia e di 8 Centri Polivalenti utili agli animatori di progetto per realizzare attività ludiche finalizzate al sostegno psicologico dei più piccoli.

Gli stessi spazi saranno utilizzati per attività che coinvolgano gli adulti e i capi delle varie comunità e che li responsabilizzino sulla loro importanza nella protezione dei diritti dei bambini. Queste attività in presenza saranno affiancate da campagne di sensibilizzazione nei differenti siti e alla radio, per far conoscere i diritti dell’infanzia e discutere assieme sugli ostacoli al loro pieno godimento da parte dei più piccoli.

Una parte del personale di progetto sarà poi addetta unicamente alla registrazione dei bambini dai 0 ai 17 anni d’età. Per quanto il certificato di nascita sia gratuito se fatto entro il primo mese di vita del bambino e di fondamentale importanza per determinare l'identità della persona e per il rispetto dei suoi diritti, infatti, il tasso di dichiarazione delle nascite in Ciad è molto basso e diminuisce ulteriormente nelle zone rurali e tra le popolazioni sfollate. Questa campagna di registrazione vuole quindi contribuire a porre fine all'apolidia e a promuovere il pieno godimento dei diritti.

La crisi umanitaria del Bacino del Lago Ciad si protrae oramai da anni ponendo una serie di problematiche tra cui quella degli sfollati e la conseguente questione della coabitazione pacifica. Ricordiamo, infatti, che il problema dei rifugiati porta con sé anche la questione dell’accoglienza, che non è mai semplice e immediata, ma va indirizzata e supportata. Per questo motivo, il progetto sfrutterà gli spazi costruiti anche per riunire gli abitanti dei differenti villaggi d’intervento e stimolarli nella ricerca di soluzioni pratiche ed efficaci alle problematiche citate.

Ad oggi, malgrado il ritardo accusato in partenza a causa della pandemia da COVID-19 e le difficoltà che l’area d’intervento porta con sé, il progetto ha già realizzato diverse attività – formazioni, attività di sensibilizzazione, etc. – e molte altre sono in corso.