28-07-2017 | di COOPI
Ciad: sementi ed utensili per ripartire
Con 17,5 kg di sementi e 70 utensili, un gruppo di donne del Ciad coltiva due ettari di terra al fine di rilanciare la produzione agricola locale e rendere la propria comunità progressivamente autosufficiente dal punto di vista alimentare. La distribuzione dei semi e degli arnesi da lavoro, tuttavia, è solo una delle azioni che COOPI realizza in Ciad, grazie al "Programma integrato d'urgenza per favorire la sicurezza alimentare delle popolazioni vulnerabili nella Regione del Lago Ciad". Quest'ultimo è il nome di un progetto, finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), avviato a giugno 2017, con cui COOPI mira a fornire assistenza soprattutto ai rifugiati e ai profughi interni.
Aiuto immediato per uno sviluppo durevole
L'intervento si rivolge in particolare ad un gruppo di 25 donne, il cosiddetto gruppo Bonou, che vive nel villaggio di Madikimerom, situato nell'area di Bol, capitale del dipartimento di Mamdi. I nostri operatori hanno il compito non solo di fornir loro un'assistenza immediata attraverso la fornitura di strumenti (zappe, rastrelli, pale) e di sementi (mais, niebé, miglio), ma anche quello di instillare una forma più durevole di sviluppo. In tal senso, la formazione delle donne in ambito agricolo, così come il supporto nell'organizzazione pratica del lavoro sono fondamentali per aumentare e diversificare la produzione nel medio-lungo periodo.
Le donne riavviano la produzione
In quest'area, in cui regna la siccità e mancano le infrastrutture per garantire un accesso continuo all'acqua, l'intervento di COOPI sta già portando i suoi frutti, riprendendo, ampliando e capitalizzando i risultati raggiunti con precedenti progetti di sviluppo. Lo testimonia una delle beneficiarie del progetto, Halime Abakar Abdou. Halime è una donna di 35 anni, membro e consigliere del gruppo Bonou, che vive con i suoi sette figli nel villaggio di Madikimerom. «Nel 2016, coltivando solo un ettaro di terra, siamo riuscite a produrre cereali e legumi a sufficienza non solo per il consumo della comunità, ma anche per il commercio e la semina di quest'anno» afferma Halime, che aggiunge: «Con il ricavato delle vendite si è riusciti a realizzare un recinto per delimitare i confini dei nostri appezzamenti di terra».
L'auspicio è che quest'anno, avendo avuto a disposizione dal capo villaggio un ettaro di terra in più rispetto al 2016, la produzione e il commercio aumentino a beneficio delle donne Bonou e delle loro famiglie.