31-08-2017 | di COOPI
L'educazione come volano di sviluppo
Il Niger, un Paese di per sé estremamente povero, soffre da anni a causa di fenomeni naturali indomabili come siccità e frequenti inondazioni. L'emergenza umanitaria si è aggravata nel 2015, quando gruppi massicci di rifugiati e sfollati provenienti dalla Nigeria e dallo stesso Niger si sono spostati nel paese per sfuggire agli attacchi del gruppo estremista Boko Haram.
Insicurezza e precarietà incidono negativamente anche sul settore educativo, privando bambini e adolescenti di un loro diritto fondamentale, quello all'istruzione. Ben 151 scuole situate lungo la frontiera meridionale che separa il Niger e la Nigeria sono state chiuse dal 2015, perché considerate insicure.
La situazione è particolarmente critica nella regione di Diffa lungo il confine sudorientale, in cui già in precedenza si registravano i tassi più bassi del Paese in termini di scolarizzazione e di riuscita scolastica. Si stima che il 65% degli iscritti alle scuole primarie, infatti, abbandona il percorso scolastico.
In questa regione COOPI sta portando avanti da luglio 2017 un intervento per estendere l'accesso all'educazione formale e non formale di qualità per i minori in età scolare presso i villaggi d'accoglienza e le comunità sfollate delle zone colpite dalle violenze di Boko Haram.
Grazie al sostegno dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), il progetto mira per dieci mesi ad assicurare l'istruzione ai bambini e ai ragazzi fino a 18 anni nei contesti di emergenza, fornendo loro un ambiente protetto e sicuro, oltre che corsi didattici variegati e gli strumenti necessari per l'apprendimento.
Una formazione a 360 gradi
Nell'ambito dell'educazione formale, il progetto prevede, da un lato, l'allestimento di 20 classi d'urgenza, dall'altro, il supporto a 10 scuole primarie esistenti. Per quanto riguarda le nuove classi, queste saranno costruite grazie al supporto dei Comitati di Gestione e delle Associazioni delle Madri Educatrici previste per legge dallo Stato nigerino. Insieme provvederemo a fornire manuali e kit scolastici sia agli alunni che agli insegnanti. Questi ultimi saranno formati a livello pedagogico, in particolare su come insegnare in un contesto di emergenza e su come fornire un sostegno psico-sociale ai bambini più bisognosi a causa dei traumi subiti. Gli insegnanti saranno preparati anche su tematiche inerenti alla promozione di buone pratiche igieniche, all'educazione sessuale e alla tutela dei minori, in particolare delle bambine e delle ragazze.
Per quanto riguarda l'aiuto alle classi esistenti, il progetto mira non solo a formare gli insegnanti, ma anche a creare orti a scopo didattico. Attraverso quest'ultima attività si mira a trasmettere ai bambini i rudimenti di tecniche agrarie e una conoscenza empirica di tematiche legate alla salute e alla corretta nutrizione. Gli orti, inoltre, sono pensati come uno spazio in cui i genitori dei bambini possono coltivare prodotti agricoli e rivenderli, contribuendo in parte alla spese scolastiche dei propri figli. Con il supporto di un agronomo, studenti, insegnanti e genitori acquisiscono maggiore consapevolezza delle sementi che utilizzano, dei tempi e delle modalità di semina, nonché del valore nutrizionale delle proprie colture.
La scuola come palestra di vita
Nel settore dell'educazione non formale, il progetto prevede la costruzione di cinque centri di alfabetizzazione, con la distribuzione dei relativi kit scolastici, e la formazione degli insegnanti negli stessi ambiti previsti per l'educazione formale. In queste classi, tuttavia, si prevedono anche percorsi di formazione professionale per 20 giovani, di cui 5 portatori di handicap. La formazione dei ragazzi include lo svolgimento di uno stage presso i nostri atelier di saldatura e cucito, ubicati nella città di Diffa. Infine, il progetto prevede l'insegnamento di materie che esulano dai programmi didattici canonici, come ad esempio, la cittadinanza attiva e la promozione dei diritti umani.
Lo sport, infine, ha un ruolo importante tanto nell'educazione formale quanto in quella informale. Ogni classe sarà affiancata da un campo da destinare alle attività sportive, ritenute fondamentali non solo per la promozione di valori positivi come il rispetto e la solidarietà, ma anche per trattenere i ragazzi all'interno del circuito educativo.