27-10-2023 | di COOPI
Etiopia. Il riscatto di Mekedes Regasa
Mekedes Regasa ha solo 28 anni, ma la sua vita è stata toccata da esperienze complicate e varie vicissitudini. Attualmente vive nel villaggio di Hisu, nel distretto di Sinana, nella zona di Bale, Un’area all'interno dello Stato regionale di Oromia, in Etiopia. Oggi studia e lavora. Ci racconta con orgoglio che frequenta la prima media ed è beneficiaria del progetto “Iniziativa di emergenza per promuovere la protezione, l'integrazione economica e l'accesso ai servizi di base per potenziali migranti, rimpatriati e sfollati in Etiopia”, finanziato da AICS - Agenzia Italiana per lo Sviluppo e condotto come capofila da Save The Children.
Mekdes si è trovata in difficoltà da quando ha perso entrambi i genitori, nel 2013. Grazie al sostegno finanziario di parenti stretti, amici e vicini, nel 2013 è riuscita tuttavia a partire per il Regno dell'Arabia Saudita, alla ricerca di una vita migliore. Lì, però, non ha trovato ciò che voleva e, al contrario, ha condotto una vita tribolata: è stata arrestata dalla polizia e ha dovuto affrontare violenze di genere. Infine, dopo 8 anni di sofferenze e dopo aver dato la luce a tre figli, nel 2021 si è decisa a tornare nel suo villaggio, in Etiopia.
Obbligata a trovare una fonte di reddito per sostenere la sua famiglia, dopo il suo ritorno in Etiopia ha avviato una piccola vendita di tè e caffè. Vendeva i prodotti principalmente durante il giorno di mercato, a Hisu Kebele, ma sfortunatamente l'attività non era redditizia perché molti suoi amici erano impegnati nelle stesse attività nello stesso villaggio.
Determinati a cambiare il corso della loro vita, Mekdes e alcuni amici hanno quindi organizzato un servizio di macinazione del grano. Il loro gruppo, composto da 21 donne e 3 uomini, grazie ad un primo capitale di avviamento fornito dal progetto e al supporto fornito da COOPI, si è così dedicato alla legalizzazione e formalizzazione della cooperativa. Mekdes racconta entusiasta dei cambiamenti che hanno invaso la sua vita.
Grazie a Dio, il sostegno di COOPI ha cambiato completamente la vita mia e dei miei amici e io sono rinata grazie al progetto! Tutti i membri del gruppo sono stati sostenuti con l'installazione di due macchine per la macinazione dei cereali e con supporto finanziario per acquistare le sementi. Inoltre, siamo stati anche istruiti a risparmiare i nostri guadagni derivanti dalle attività portate a compimento dopo i due corsi di formazione ricevuti, oltre a quanto risparmiamo regolarmente grazie alle Sinke Bank, che è una banca locale”.
Guidati, infatti, da Mekedes Regasa, i membri del gruppo guadagnano ora un reddito giornaliero di 2000-2500 birr al giorno grazie ai servizi di macinazione del grano. Inoltre, stanno diversificando il loro reddito con l'acquisto e la vendita di capre, dopo averle ingrassate con il mangime ricavato dagli avanzi della macinazione dei cereali. “Ogni membro riceve 3.000 birr quando copre il proprio turno ogni settimana”, spiega Mekdes. Infine, l'Hisu Grain Milling ha anche creato opportunità di lavoro per oltre 11 giovani nella loro località, che si occupano di operazioni di carico e scarico, pulizia e trasporto dei prodotti ai clienti.
Stiamo progettando di aprire a breve la seconda filiale della nostra attività nei villaggi lontani del kebele di Hisu. È un miracolo ciò che si è verificato in meno di un anno per i miei amici e per la mia vita... Sono molto grata ai donatori, all'AICS, a COOPI e al governo”.
Conclude Mekdes. Il progetto, infatti, è finalizzato per sostenere il governo etiope nel reinserimento dei migranti la cui esperienza di migrazione nella penisola arabica è fallita.
COOPI opera in Etiopia sia con progetti di assistenza umanitaria in emergenza che con attività di sviluppo, e il progetto finanziato dall'AICS si propone di operare su entrambi i fronti, sia fornendo kit di emergenza ai migranti nei campi di rimpatrio organizzati dal governo, sia organizzando corsi di formazione per la riabilitazione dei migranti. Il governo etiope spera che le attività economiche svolte dai giovani etiopi rimpatriati possano, infatti, essere un disincentivo alla partenza per i giovani etiopi e allo stesso tempo un volano per lo sviluppo economico delle comunità rurali.