30-01-2019 | di COOPI
Etiopia: lotta alla siccità, goccia dopo goccia
Negli ultimi 30 anni, una siccità senza precedenti affligge l’Etiopia: la mancanza di piogge stagionali ha avuto un effetto devastante sulla sicurezza alimentare e il futuro di milioni di famiglie. L’intensificarsi dei conflitti armati e l’apparizione di eventi climatici estremi come El Niño hanno ulteriormente aggravato le condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili, in particolare nella regione di Oromia e nelle zone di Guji e Dawa, nelle quali operiamo.
Per dare una risposta concreta alla crisi alimentare del Paese, dal 1995 interveniamo investendo sulla riduzione dell’insicurezza alimentare e, due anni fa, grazie al finanziamento della Commissione europea (ECHO, Dipartimento per gli Aiuti umanitari e la Protezione civile), abbiamo lanciato il progetto “WASH e NFI Supporto di emergenza agli sfollati interni e alle comunità colpite dalla siccità nell'Etiopia sud-orientale”. Il nostro obiettivo? Ripristinare l'accesso a servizi idrici e igienici sicuri e migliorare la protezione degli sfollati interni, tramite la distribuzione di Non-food Items (NFI), generi non alimentari, in risposta alle emergenze.
Ora, conclusosi il progetto, 38.000 persone, tra cui circa 14.600 sfollati, hanno accesso ad acqua pulita e a servizi igienico-sanitari adeguati. Ma per ottenere questo importante risultato, siamo intervenuti su diversi fronti.
Ripristino dei sistemi di irrigazione efficienti
Per rafforzare la resilienza agli shock climatici, il progetto ha agevolato l’accesso all’acqua potabile, promuovendo nel contempo sistemi di irrigazione efficienti: 8 pozzi sono stati bonificati o ricostruiti e, date anche le difficoltà in termini di approvvigionamento energetico, abbiamo provveduto a risanare due schemi idrici ad energia solare.
Notevoli progressi nel miglioramento della purezza e della qualità dell’acqua sono inoltre stati possibili grazie anche alla distribuzione di circa 300 filtri in ceramica e a sabbia, estremamente efficienti nella rimozione di agenti patogeni e di metalli pesanti.
L’estensione del sistema di irrigazione di Darusalam di ben 11 km ha inoltre consentito di raggiungere un numero considerevole di beneficiari, i quali potranno ora usufruire di circa 30 carretti e altrettanti asinelli per il trasporto di taniche d’acqua e di 15 cisterne installate nelle zone di Guji e Dawa che permetteranno loro di attingere l’acqua in modo più rapido e sicuro. Il miglioramento dell'approvvigionamento idrico ha consentito infatti di rendere disponibili maggiori risorse per la popolazione, diminuendo così le tensioni e i conflitti sul loro utilizzo.
Diffusione di buone pratiche igieniche
La bonifica delle sorgenti d’acqua non è però sufficiente senza un’adeguata formazione e sensibilizzazione. Ben 7 campagne di igiene sono state infatti organizzate per sensibilizzare la popolazione locale, con l’obiettivo di incrementare il livello di consapevolezza e di responsabilità delle comunità coinvolte nella gestione dei sistemi di approvvigionamento idrico e dell’utilizzo dell’acqua per uso domestico. Sessioni di sensibilizzazione in materia di igiene si sono concentrate soprattutto su:
- la corretta raccolta e conservazione dell’acqua;
- l’adeguata manutenzione ordinaria e sanitaria dei centri di raccolta;
- una gestione finanziaria sostenibile delle risorse idriche per garantire un recupero conseguente dei costi.
Incontri di formazione hanno invece coinvolto gli operatori locali, ai quali sono state spiegate alcune semplici, ma essenziali, tecniche di manutenzione, tra cui la riparazione di tubi e la sostituzione di raccordi, il cambio di rubinetti per le fontane, manutenzione delle pompe a mano.
“Il progetto WASH e NFI Supporto di emergenza agli sfollati interni e alle comunità colpite dalla siccità nell'Etiopia sud-orientale, finanziato da ECHO, si è rivelato un vero successo per tutti gli attori coinvolti, dalle autorità e dagli operatori locali, fino ai beneficiari diretti”, spiega Uberto Pedeferri, Responsabile di Area di COOPI per l'Etiopia. L’iniziativa ha permesso che tutti i settori di intervento fossero armonizzati in modo da affrontare le esigenze e le priorità delle comunità destinatarie, riducendo l’impatto ambientale e rafforzando le capacità e le strategie locali per affrontare e prevenire future vulnerabilità legate al rischio catastrofi.