16-12-2023 | di COOPI
Falegnami, riparatori informatici, sarte ed idraulici. In Somalia rifugiati, ex migranti e sfollati hanno una nuova opportunità
Otto mesi sono stati necessari ad Abubakar Abdi Mohammed per ottenere nel 2023 il suo certificato di falegname ed imparare uno dei mestieri più richiesti nella sua zona. Durante il corso, promosso da COOPI – Cooperazione Internazionale nell’ambito del progetto “Promuovere l'autosufficienza e i mezzi di sussistenza dei rifugiati somali rientrati nella Somalia centro-meridionale” finanziato dall’UNHCR nel corso di tutto il 2023, Abubakar ha imparato quindi a costruire letti e dispense.
Ahmed Aweis Mohammed, l’insegnante, racconta che il corso si prefiggeva di formare 30 studenti proprio nella costruzione di mobili di varia natura, come mobili da letto, armadi e cassetti e in generale tutto ciò che è necessario in una casa.
Questo – ha spiegato – aiuterà questi giovani ad avere competenze richieste sul mercato e migliorare così il loro futuro.”
Il corso fa parte, infatti, delle attività di formazione professionale e imprenditoriale portate avanti nell’ambito del progetto per sostenere le comunità colpite dagli spostamenti in Somalia: in primis rifugiati etiopi, kenyani e provenienti dalla penisola arabica, ma anche sfollati interni, ex migranti somali rimpatriati e membri vulnerabili delle comunità ospitanti.
10 sono, per esempio, coloro che hanno avuto la possibilità di imparare come si ripara un telefono; tra i quali Hassan Isse Abdullahi, in arrivo dal campo di Dagaxley, a Dadab, in Kenya.
Mi è stato insegnato come riparare uno schermo, i caricabatterie e le casse – racconta – e grazie a questa opportunità posso essere d’aiuto alla mia famiglia.”
Jama Dahir Nuur, il suo insegnante, che lavora come riparatore informatico dal 2008 e da oltre dieci anni insegna ai giovani come costruirsi un futuro, racconta che grazie alle competenze apprese la maggior parte dei suoi studenti oggi lavora e può sostenere la propria famiglia.
Dopo una fallita esperienza di migrazione e il ritorno in Somalia, anche Abdikani Abudllahi Aden è tra coloro che hanno avuto la possibilità di mettersi in gioco, nel suo caso con una formazione idraulica. Dopo due mesi di formazione, esclama:
Prima non ne capivo niente, ora grazie a Dio, a COOPI e all’UNHCR so fare delle riparazioni”.
Sheikh Omar Abdikadir Ibrahim, che tiene il corso, anch’esso lungo 8 mesi, assicura che finirà in tempo senza saltare nessun principio di idraulica di base, cosicché gli studenti possano sin da subito guadagnare dalle competenze apprese.
In seguito al numero di crisi a livello nazionale e a causa dei conflitti i rifugiati, rimpatriati e sfollati interni in Somalia hanno una vita piena di difficoltà, esacerbata dell'insicurezza e dei ricorrenti shock climatici. Poiché la povertà estrema intrappola le famiglie in un circolo vizioso di dipendenza dall'assistenza esterna, il progetto – le cui attività sono portate avanti nei distretti di Beletweine, Baidoa e Mogadiscio - si prefigge proprio di fornire ai beneficiari competenze cruciali per l’ottenimento dell’autosufficienza economica.
I corsi previsti sono di varia natura: falegnameria, riparazioni informatiche, idraulica, estetica e sartoria. Solo un semestre dura per esempio il percorso pensato per permettere a 15 donne – anch’esse somale vulnerabili o migranti – ad imparare a fare le sarte.
Fowsiya Ali Mohamud, per esempio, è una rifugiata kenyana del campo di Dadab arrivata a Mogadiscio nel 2017 e ci racconta che grazie al corso ha imparato a cucire hijab, dirac (vesti tipiche somale) e abiti da cerimonia.
In risposta alle molteplici crisi di cui soffre il Paese, COOPI opera in Somalia dal 1984 per costruire resilienza a lungo termine e mettere la popolazione vulnerabile somala e i rifugiati in condizioni di agire proattivamente e con sufficienti mezzi economici alle emergenze.