20-12-2018 | di COOPI
Gerusalemme Est: contro la violenza e per l'inclusione delle donne
Le condizioni di povertà e di carenza di prospettive future a Gerusalemme Est, legate al contesto geo-politico, hanno serie conseguenze psicologiche sulla vita dei palestinesi. L’Arab Centre for Counselling and Education (ACCE) ha registrato negli ultimi anni un crescendo dei casi d’ansia che, dal punto di vista familiare, esacerbano le tensioni e finiscono per incrementare i casi di violenza domestica, mentre dal punto di vista scolastico incidono in termini di concentrazione e ottenimento di risultati, aumentando così il tasso di abbandono tra i giovani e le giovani in età scolare (fonte: ACCE, Piano Strategico 2016-2020).
La diseguaglianza di genere, frutto di barriere socio-culturali ed inasprita dalle conseguenze sociali del conflitto israeliano-palestinese, rendono drammatica la condizione di gran parte delle donne palestinesi di Gerusalemme Est. Vittime di violenza e di negazione dei propri diritti, quest’ultime soffrono di una situazione di disparità, per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro e la retribuzione salariale: solo il 19% delle donne partecipano al mercato del lavoro, guadagnando in media il 41% in meno degli uomini.
Il progetto di COOPI “Our lives, our future. Protezione, resilienza ed empowerment delle donne palestinesi vulnerabili di Gerusalemme Est”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e avviato ad ottobre, mira a rispondere ai bisogni di protezione della popolazione più vulnerabile di Gerusalemme Est, in particolare delle donne che sono sopravvissute o sono a rischio di violenza di genere e/o politica in Silwan e Issawya, due tra i quartieri più svantaggiati della città.
COOPI lavora in partenariato con due organizzazioni locali, l’Arab Centre for Counselling and Education e la YWCA (Young Women’s Christian Association), per garantire a oltre 900 donne l’accesso a servizi di risposta alla violenza di genere e a formazione tecnico-professionale offerti da organizzazioni palestinesi.
I risultati attesi sono i seguenti:
- Le organizzazioni di base radicate nelle comunità saranno formate sui temi della protezione e della violenza di genere per poter agire in caso di crisi o emergenza;
- 20 donne in Issawya e Silwan riceveranno un’adeguata formazione in leadership e primo soccorso psicologico al fine di diventare agenti di cambiamento all’interno della comunità;
- 90 donne sopravvissute o a rischio di violenza saranno coinvolte in gruppi di supporto psico-sociale e riferite agli enti e ai servizi più adeguati ai loro bisogni;
- Circa 800 donne potranno inoltre avvalersi di servizi di counseling individuale promossi nel corso di open days rivolti alle intere comunità.
Il progetto trasferirà inoltre a 120 donne capacità tecniche per favorire la loro partecipazione al mercato del lavoro locale. Nel corso di 20 giornate di orientamento professionale saranno presentati alle donne i corsi di formazione professionali e l’opportunità che tale formazione offre in termini di reddito e miglioramento della qualità della vita. 120 studentesse saranno coinvolte in corsi di formazione in hairstyling e make-up, accompagnate durante il percorso di recruitment e supportate nella creazione di micro-imprese.
Questa tipologia di intervento creerà una rete di supporto multisettoriale in grado di spezzare l’isolamento in cui generalmente vivono le donne più vulnerabili di Silwan e Issawya, e, investendo sul loro capitale umano, permetterà un loro empowerment economico con ricadute positive sulla vita famigliare e della comunità.