Giordania. I ragazzi e le ragazze promotori dei loro stessi diritti
10-10-2022 | di COOPI

Giordania. I ragazzi e le ragazze promotori dei loro stessi diritti

Nel nord-ovest della Giordania, a causa della crisi in Siria che ha influenzato Paese, i servizi dedicati a bambini ed adolescenti sono ridotti al minimo: i luoghi d’aggregazione scarseggiano e le organizzazioni che si occupano di dare sostegno e assistenza ai minori sono in difficoltà.

In questo contesto, COOPI – Cooperazione Internazionale è intervenuta attraverso il progetto “Sawian: Rafforzare i servizi di protezione sociale per adolescenti vulnerabili e le loro famiglie nelle comunità ospitanti e rifugiate di Amman, Irbid e Russeifeh”, in partnership con ICU - Istituto di Cooperazione Universitaria e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS). Il progetto intende migliorare le condizioni di vita delle e degli adolescenti, rifugiati e giordani, più vulnerabili e colpiti negativamente dalle conseguenze della crisi siriana in Giordania. Inoltre, mira a diminuire il rischio e l’esposizione a fenomeni come il lavoro minorile, matrimonio precoce, abusi e altre forme di violenza sessuale e di genere, attraverso un sistema integrato di servizi di protezione sociale, sostegno economico e coinvolgimento comunitario dei ragazzi.

Una delle attività principali svolte durante il progetto è stata la creazione degli “Youth Club”: si tratta di uno spazio sicuro di confronto e condivisione per i ragazzi e le ragazze, nel quale potevano trovare sostegno e risposte a più tematiche, bisogni e necessità. In totale, hanno preso parte a queste attività 75 adolescenti tra i 12 e 17 anni, residenti nei villaggi di Erhaba e Dier Yousef (Governatorato di Irbid), nella cittá di Rusaifah (Governatorato di Zarqa) e residenti ad Amman est.

Da gennaio ad aprile 2022 i ragazzi e le ragazze hanno partecipato settimanalmente ad incontri per discutere delle tematiche che li riguardano da vicino: i loro diritti inalienabili, la loro protezione, l’importanza di creare una comunità più inclusiva che protegga i minori e i soggetti più vulnerabili.

Successivamente, nei mesi di maggio e giugno, i ragazzi si sono concentrati nella pianificazione di iniziative e progetti basati sulle tematiche degli incontri precedenti. Gli adolescenti hanno interamente ideato e progettato un corso di lingua dei segni per ragazzi e per adulti, la riabilitazione di un piccolo parco giochi, la distribuzione di contenitori per la raccolta differenziata, la creazione di una libreria comunitaria e la realizzazione di murales, in luoghi pubblici e scuole, incentrati sulla difesa dei diritti dei bambini.

Una delle responsabili delle attività svolte a Rusaifah, a nord di Amman, afferma:

L’iniziativa ha avuto un effetto positivo sui ragazzi, in particolare per la loro educazione civica e sviluppo del carattere. A scuola non hanno occasione di soffermarsi su progetti personali e di discutere delle tematiche trattate durante gli incontri, in più le occasioni di confronto e dibattito sono decisamente limitate. I ragazzi hanno ideato e presentato un’idea di iniziativa comunitaria e successivamente l’hanno messa in pratica dando il loro contributo, informandosi sul costo dell’iniziativa, promovendola all’interno della comunità e partecipando attivamente. Ad esempio, per la riabilitazione del parco giochi rinnovato, hanno partecipato facendo alcune decorazioni dando sfogo alla loro creatività. Il parco adesso è utilizzato ogni giorno dai bambini, specie in questa zona dove i bambini e ragazzi non hanno luoghi dove trovarsi. Ora questo spazio rappresenta un luogo sicuro di ritrovo e aggregazione. L’attività è stata apprezzata dalla comunità e identificata come una delle modalità per prevenire la violenza e negligenza nei confronti dei minori e per la creazione di spazi sicuri per gli adolescenti.

La Giordania accoglie più di 670 mila rifugiati siriani, concentrati perlopiù nelle aree urbane e suburbane della capitale e del Nord del paese, un numero che costituisce circa il 7% della popolazione. COOPI opera nel Paese dal 2017, principalmente ad Amman e a nord del paese. Attraverso interventi per favorire l’accesso scolastico, legati alla protezione dei minori, alla prevenzione di violenze sessuali e di genere, nonché di supporto psico-sociale, si pone l’obiettivo di mitigare l’impatto della crisi umanitaria e della pandemia sia sulla popolazione giordana che sui rifugiati.