20-06-2016 | di COOPI
Giornata mondiale del Rifugiato. L'esperienza in Niger
Nella Giornata mondiale del Rifugiato l'UNHCR ci ricorda che ogni minuto 24 persone sono costrette a partire e scappare dalla loro casa e che nel 2015, per la prima volta il numero di persone in fuga ha superato i 60 milioni. Oggi COOPI vuole porre l'attenzione e raccontare una delle crisi che rischiano di essere dimenticate, quella della regione di Diffa.
E' di venerdì 3 giugno la notizia dell'ennesimo attacco del gruppo terroristico Boko Haram alla città nigerina di Bosso, nella regione di Diffa, dove dal 2013 è stato dichiarato lo stato di emergenza e dove ad oggi ci sono circa 82.524 rifugiati nigeriani (dati UNHCR).
Si stima che 50.000 persone siano fuggite durante l'ultimo attacco, abbandonando tutto ciò che possedevano.
Ne parliamo con Marzia Vigliaroni, capo missione di COOPI in Niger.
"Nella regione di Diffa, operiamo, insieme all' UNHCR e ad UNICEF, nel campo per i rifugiati di Sayam Forage, l'unico campo della zona destinato interamente a rifugiati nigeriani, dove sono presenti circa 6.000 persone".
Quale supporto diamo?
"Innanzitutto apportiamo un sostegno psico-sociale per i minori e per le loro famiglie. Un'equipe composta da psicologi, educatori ed animatori offre la possibilità di avere dei momenti ludico ricreativi, che sono vitali per bambini costretti a vivere in una situazione così precaria. A loro disposizione c'è uno spazio per giocare e ugualmente uno spazio per rielaborare individualmente ed in gruppo il proprio vissuto traumatico".
Cosa facciamo per mantenere una parvenza di vita quotidiana all'interno del campo?
"Diamo modo ai bambini di andare regolarmente a scuola. Abbiamo costruito 3 aule all'interno del campo profughi, abbiamo formato gli insegnanti e ogni giorno assicuriamo la supervisione pedagogica attraverso il sostegno dato alla Direzione Regionale dell'Educazione primaria".
Anche i ragazzi più grandi hanno la possibilità di continuare a studiare?
"Si, siamo riusciti ad offrire la possibilità agli studenti nigeriani della scuola secondaria di continuare a seguire il curriculum anglofono. Questo è stato possibile attraverso un progetto di educazione a distanza finanziato da UNHCR che prevede lo sviluppo di una piattaforma digitale di educazione online. Proprio un mese fa, dal 25 aprile al 12 maggio, 40 ragazzi hanno avuto la possibilità di ritornare a Kano (in Nigeria) per sostenere l'esame di Stato e ottenere il diploma!"
La vita nel campo profughi può essere un'esperienza alienante. Com'è la quotidianità delle persone che li cercano un riparo?
Le persone che fuggono dalla loro casa, oltre a necessitare cure ed un sostegno psicologico, hanno bisogno, prima di tutto, di un riparo, di un posto per dormire. Insieme all' UNHCR, mettiamo a disposizione dei rifugi, che permettono alle famiglie di ritrovare un luogo adeguato per vivere, per ritrovare la loro quotidianità e lo spazio sufficiente per vivere insieme In effetti dobbiamo ricordare che una famiglia é composta da circa 7 persone e che questi rifugi permettono alla famiglie di abitare insieme.
È difficile ora come ora scorgere la fine di questa emergenza umanitaria; COOPI come proseguirà il suo lavoro in questa regione?
Rimarremo in Niger per rispondere alla crisi dei rifugiati. Continueremo a sostenere la popolazione rispondendo ai bisogni psicosociali, promuovendo l'educazione dei bambini e dei giovani e offrendo la possibilità di frequentare dei corsi di alfabetizzazione ai numerosi giovani descolarizzati.
Anche lo sviluppo e l'utilizzo di nuove tecnologie potrà aiutarci ad arrivare a migliori risultati. Inoltre, cercheremo di promuovere lo sviluppo di questa regione, in futuro, con progetti focalizzati in particolare sui giovani.