29-01-2020 | di COOPI
Kasaï Centrale: emergenza nella zona sanitaria di Yangala
Dall’Agosto 2016 la provincia del Kasai centrale, nella Repubblica Democratica del Congo, sta attraversando una grave crisi umanitaria. Il conflitto violento del 2016, che ha portato al massacro dei civili, a violenze sessuali, alla distruzione delle infrastrutture e al reclutamento di bambini e bambini assoggettate ai gruppi armati, non si è mai veramente arrestato: i conflitti civili latenti sono culminati nell’ondata di violenza del 2017 e nel recente rientro di Congolesi espulsi dall’Angola.
Per questo COOPI, in collaborazione con CISP e CARITAS, ha messo in atto una missione multisettoriale per rilevare i bisogni umanitari della zona sanitaria, di Yangala, una delle più fragili all’interno della regione del Kasai. La missione si è svolta dal 18 al 23 gennaio 2019, in questo periodo sono state registrate numerose violazioni dei diritti umani e un numero elevato di tensioni intercomunitarie.
Una delle criticità riscontrate risiede nella gestione del settore agricolo e della nutrizione: le scorte di generi alimentari coprono solo 7 mesi su 12, il mercato, oltre a non poter offrire una quantità sufficiente di generi alimentari, non è facilmente accessibile e in stato di degrado; le coltivazioni sono scarse e l’accesso alle aree coltivabili è limitato. Anche l’allevamento è in perdita e le popolazioni non dispongono di tecniche di coltivazione né di tecniche veterinarie.
Le condizioni di degrado riguardano anche le capanne, in molti casi fatiscenti, in cui vivono i nuclei familiari, in media composti da 7 persone che vivono in condizioni di promiscuità e sovraffollamento. I genitori e i figli dormono su delle stuoie senza lenzuola né coperte. Spesso i bambini devono dormire insieme, senza considerare fattori come l’età e il sesso, risultando così ancora più esposti alle malattie. Anche il rischio di violenze sessuali all’interno della famiglia risulta elevato. Inoltre, circa 5,000 bambini si trovano separati dalle loro famiglie, in molti casi senza alcuna assistenza e quindi continuamente esposti al rischio di essere reclutati nuovamente dalla milizia. In aggiunta, 1,218 capanne sono state distrutte o incendiate durante il conflitto, lasciando le famiglie, sfollate e poi rimpatriate, senza rifugio.
Di conseguenza, l’emergenza diventa anche sanitaria, i casi di malattie diarroiche sono in forte aumento, così come il tasso di decessi. La gravità della situazione è accentuata dalla totale mancanza di punti di erogazione di acqua pulita o gabinetti all’interno delle comunità e di dispositivi per il risanamento del territorio, quali inceneritori e punti di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Le popolazioni, anche a causa di una scarsa conoscenza delle pratiche igieniche, sono esposte, oltre che a malattie diarroiche, anche al colera, malattie che rischiano di diventare endemiche.
La necessità di assistenza a queste popolazioni risulta ancora molto elevata e l’emergenza riguarda tutti i bisogni primari degli abitanti: la nutrizione, l’igiene, la salute e il riparo. COOPI intende quindi rispondere a questa emergenza con un progetto che agisca a livello multisettoriale sulla vulnerabilità delle comunità della Zona Sanitaria di Yangala, attraverso attività di assistenza diretta, sensibilizzazione, prevenzione, miglioramento della qualità dei servizi educativi, reintegrazione dei bambini assoggettati ai gruppi armati e promozione dell’auto impiego presso i giovani e della coesistenza pacifica tra le popolazioni. Il progetto “Risposta umanitaria multisettoriale alle popolazioni più vulnerabili delle comunità di sfollati, rimpatriati e ospitanti nella zona sanitaria di Yangala, territorio di Luiza nel Kasai Central” partirà a maggio 2019 grazie al finanziamento del Fondo Umanitario.
Si ringrazia Maria Teresa Cogliandro.
Foto credits: Eduardo Soteras Jalil per COOPI RDC.