23-09-2016 | di COOPI
L'acqua rigenera la vita in Nord Darfur
Tre beneficiari del nostro progetto in Sudan ci raccontano quanto è migliorata la loro vita dopo la riabilitazione delle fonti d'acqua nei loro villaggi.
Intisar Mahamoud Defallah è madre di 6 figli e vive a Lil, un villaggio nei pressi della località Umbaru, in Nord Darfur, Sudan. Sulla strada del ritorno, dopo aver raccolto l'acqua, Intisar ci racconta le difficoltà che lei e la sua famiglia hanno dovuto affrontare prima che la pompa dell'acqua vicino a casa loro venisse riabilitata
"Camminare per tre ore non è facile per noi e delle volte potevamo prendere solo una tanica di acqua al giorno, da far bastare per tutta la famiglia. ella stagione delle piogge poi è impossibile percorrere tali distanze, eravamo costretti a bere l'acqua raccolta in bacini temporanei. Ora che la pompa dell'acqua è a soli 10 minuti da casa mia, posso prendere tutta l'acqua di cui ho bisogno, alcune volte ci vado due volte al giorno. Sono infinitamente grata di tutto ciò perché ora posso provvedere meglio alle necessità della mia famiglia".
Intisar è una dei 16.070 beneficiari che hanno avuto accesso ad acqua pulita in Nord Darfur grazie al progetto "Risposta all'emergenza di grave malnutrizione infantile, con lo scopo di incrementare la possibilità di accesso all' acqua potabile e di promuovere la resilienza tra la popolazione del Nord Darfur - Sudan" finanziato dalla direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO) della Commissione Europea.
Il progetto ha interessato anche la zona di Kornoi, una delle località in Nord Darfur con un alto numero di persone rimpatriate dopo essere state rifugiate in Ciad dal 2003. In un'area (quella di Kornoi) relativamente stabile, solo nel 2015 sono rientrate 10.000 persone e il numero è continuato a crescere durante il 2016. La reintegrazione di queste persone è un processo particolarmente impegnativo e delicato vista la scarsità dei mezzi di sostentamento a disposizione e le difficoltà nella erogazione dei servizi di base. L'aumento della popolazione ha scatenato una competizione per l'approvvigionamento dell'acqua tra i rimpatriati e le comunità ospitanti. Il nostro progetto ha riabilitato 4 fonti d'acqua a Kornoi, garantendo l'accesso alle risorse idriche per 2.913 persone tra cui il 37% rimpatriati.
Musa Abdulla è un Omda (leader tradizionale) del villaggio di Gumria, dove abbiamo rinnovato una pompa d'acqua con un sistema motorizzato, per rispondere alla crescente necessità causata anche dall'arrivo di nuovi rimpatriati.
Musa durante una campagna di sensibilizzazione a Gumria ci spiega che "già la pompa, unica fonte d'acqua, era inadeguata a soddisfare le necessità degli abitanti del villaggio e dei villaggi limitrofi, era sempre affollata. Con l'arrivo di più di 850 rimpatriati nel nostro villaggio le donne dovevano aspettare in coda anche 4 ore prima di poter prendere l'acqua ed erano costrette a tornare a casa la sera tardi. Ora con questi nuovi distributori motorizzati abbiamo 10 rubinetti e non dobbiamo aspettare così tanto prima di rifornirci. L'acqua è sufficiente non solo per le persone ma anche per dissetare i nostri animali".
Fatima e Rwida vivono a Karkara, un villaggio della località di Mellit, l'unica pompa d'acqua presente nel loro villaggio era stata distrutta durante un conflitto tribale, nel 2015. Fatima ci racconta: "Durante gli ultimi 10 mesi siamo andate fino a Sayah (il distretto adiacente a Mellit) per prendere l'acqua, percorrendo un viaggio di 3 ore a piedi. Ogni tanto ho avuto la fortuna di usare l'asino del nostro vicino, in quel caso riuscivo a portare a casa almeno 4 taniche piene, ma normalmente andando a piedi, non riescivo a portare più di una tanica. Sono felice che abbiate ricostruito la pompa dell'acqua e prego perché non venga mai più distrutta".