21-11-2016 | di COOPI
Lago Ciad: la risposta di COOPI all'emergenza
Nel bacino del Lago Ciad, milioni di persone affrontano una delle crisi umanitarie più grandi a livello mondiale. Dal 2009 le violenze perpetrate dal gruppo estremista nigeriano Boko Haram in Africa centrale e occidentale non sono mai terminate e gli attacchi contro la popolazione locale sono diventati la norma. Oggi la crisi ha raggiunto una complessità senza precedenti che rende l'intervento umanitario difficoltoso e per questo ancor più necessario: insicurezza alimentare, perdita delle abitazioni, instabilità delle infrastrutture e mancanza delle risorse, soprattutto per le centinaia di migliaia di persone rimaste bloccate dal conflitto senza possibilità di accedere agli aiuti.
La risposta regionale e multisettoriale
Fin dal 2014 COOPI ha risposto alla crisi con interventi nei Paesi del bacino del lago: Niger, Ciad, Nigeria e prossimamente in Camerun. Più di 100.000 famiglie vittime dei conflitti sono state raggiunte nelle regioni di Yobe e Borno (Nigeria), nella Regione del Lago (Ciad) e nella regione di Diffa (Niger).
L'emergenza ha richiesto l'attivazione un programma multisettoriale dedicato a sicurezza alimentare, nutrizione, protezione ed educazione, benché in ogni Paese si siano sviluppate necessità differenti. Come nel caso del Niger, dove il sostegno ai rifugiati e ai profughi significa anche realizzare attività ricreative e psicosociali dedicate ai bambini e supportate da psicologi. O in Nigeria, in un'area dove si prevede di raggiungere 8.500 bambini sotto i 5 anni con forme acute di malnutrizione attraverso un sistema di intervento che combina sicurezza alimentare, nutrizione e protezione dell'infanzia. O ancora in Ciad, dove 1.500 famiglie hanno ricevuto supporto all'agricoltura e all'allevamento, usufruendo in alcuni casi del sistema "cash for work" che offre un lavoro temporaneo alla popolazione più vulnerabile.
Un lungo lavoro sul campo
Nel bacino del lago Ciad, COOPI lavora costantemente con partner internazionali - ECHO, UNICEF, UNHCR, la Cooperazione Svizzera, IOM e le agenzie delle Nazioni Unite e in collaborazione con le autorità locali e le organizzazioni non governative presenti. Il nostro impegno rimane quello di portare aiuti concreti e raggiungere il maggior numero di persone colpite dalla crisi. Una crisi che ad oggi, nonostante i numerosi segnali di allarme lanciati dalla comunità umanitaria internazionale, è ancora troppo trascurata.