23-01-2018 | di COOPI
L'istruzione femminile contro l'indottrinamento di Boko Haram
Nella Regione dell’Estremo Nord del Camerun colpita dagli attacchi di Boko Haram e da una marcata emergenza alimentare, donne e ragazze si ritrovano esposte in prima linea. L’azione del gruppo di matrice islamista, nel tentativo di controllare il territorio, ha mietuto numerose vittime tra i capifamiglia delle comunità locali. Vedove e figlie non solo sono state costrette a prendere in carico il sostentamento del proprio nucleo, ma anche a provvedere alla protezione di se stesse in quanto nuovi bersagli degli attacchi.
La protezione di questi soggetti vulnerabili rientra, con la sicurezza alimentare, nelle attività che COOPI porta avanti attraverso il progetto "Riedupace", finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). Questo obiettivo viene perseguito mediante l’erogazione di un’istruzione di alta qualità e prevede la formazione di docenti preparati, la ristrutturazione e la creazione di edifici e aule scolastiche, la distribuzione di materiale per lo studio (quaderni, libri, penne) e la disponibilità di contributi finanziari per i beneficiari più bisognosi.
Istruire le giovani studentesse equivale a dotarle della possibilità di sviluppare pensiero critico, indispensabile per resistere all’indottrinamento ideologico. Accade con crescente frequenza, infatti, che siano proprio donne e bambini a essere adescati da Boko Haram e convinti a compiere attacchi kamikaze nel nome dell’estremismo religioso e di una “giusta causa”, fenomeno che porta poi ad accentuare ulteriormente l’isolamento esercitato nei loro confronti dagli altri membri delle comunità.
In merito a quest’ultimo, l’educazione scolastica garantisce alle giovani studenti la possibilità di acquisire, nel lungo termine, indipendenza e autonomia: elementi indispensabili per contrastare le diffuse norme locali che concepiscono l’istruzione come diritto esclusivo dei bambini maschi e non delle bambine, le quali vengono nella maggior parte dei casi avviate alla vita familiare sin dalla giovanissima età. Un altro beneficio del percorso educativo consiste nel dotarle di un certificato di nascita, indispensabile per lo svolgimento degli esami finali: capita spesso che ne siano sprovviste perché nate in località prive di uffici di anagrafe.
L’istruzione si configura pertanto come la chiave di svolta per un futuro diverso e migliore. Vincenzo Altomare, coordinatore dei progetti di COOPI nel paese, ne dà conferma: «[…]Un’attenzione particolare è dedicata proprio alle bambine, che sono le più vulnerabili tra i vulnerabili. Le famiglie le danno in spose già da piccolissime, a nove o dieci anni. […]Tenerle a scuola il più a lungo possibile, offrire loro un’educazione, significa aprire anche l’accesso a strumenti per cambiare la propria vita e contribuire ad un cambiamento sociale.»
(Cover photo: Abdoulaye Barry.)