22-03-2019 | di COOPI
Lunga vita al Gran Chaco!
Più di un ettaro al minuto: è questo il ritmo con cui le foreste del Gran Chaco – le più estese del Sud America, dopo l’Amazzonia – stanno scomparendo. Entro il 2030, si prevede una perdita di copertura forestale pari a milioni di ettari, a causa del cambio d’uso del suolo operato dall’uomo, in favore degli allevamenti estensivi e della produzione agricola.
La biodiversità del Chaco, con oltre 3.400 specie di piante uniche al mondo, non è la sola ad essere minacciata. Anche le comunità indigene e le loro tradizioni ancestrali sono a rischio, a causa dello stretto rapporto che lega la loro vita (sopravvivenza) all’ambiente in cui sono immersi.
Dal 2001, COOPI interviene nel Gran Chaco per sostenere le popolazioni autoctone. “Abbiamo cominciato, spiega Manuel Simoncelli, responsabile COOPI per l’America Latina e i Caraibi, migliorando l’accesso all’acqua potabile e favorendo la sicurezza alimentare delle comunità maggiormente soggette agli effetti dei cambiamenti climatici ed esposte a lunghi periodi di siccità o a periodiche inondazioni. Abbiamo poi proseguito valorizzando la cultura indigena, specie nell’ambito della farmacia, allo scopo di trovare nuovi sbocchi occupazionali per i giovani”.
L’impegno di COOPI, sempre sostenuto dall’Unione europea (prima con la Direzione generale per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario e poi con la Direzione generale della Cooperazione internazionale e dello sviluppo), prosegue tutt’oggi con un progetto transnazionale, che riguarda 2 dei 3 paesi su cui si estende il Gran Chaco: il Paraguay e la Bolivia (l’Argentina è il terzo paese, ndr). Il nuovo intervento si intitola “Per il nostro Gran Chaco sostenibile: partecipazione attiva a modelli di gestione territoriale per la conservazione ambientale integrata con una produzione sostenibile” ed ha come parole d’ordine sviluppo sostenibile, partecipazione attiva dei soggetti interessati, conservazione ambientale.
Il progetto prevede il coinvolgimento di circa 43.000 persone, tra cui circa 21.000 donne che vivono nelle comunità dei comuni di Salta, Santa Fe e Santiago del Estero (Argentina), Villamontes, Yacuiba, Entre Ríos e Caraparí (Bolivia) e il dipartimento dell'Alto Paraguay (Paraguay).
Particolare attenzione sarà rivolta alle esperienze comunitarie di produzione sostenibile e capace di rispondere al cambiamento climatico. Queste iniziative sono per lo più gestite da donne: le organizzazioni indigene, contadine e femminili hanno infatti perfezionato e preso coscienza delle loro conoscenze e capacità di difendere l'ambiente e di fare rispettare i loro diritti. Il progetto mira quindi a formulare, in modo partecipativo, e mettere in atto, piani di gestione integrale e sostenibile del territorio volti a coniugare conservazione degli ecosistemi naturali ed attività produttive.