12-03-2018 | di COOPI
Miglioramento della sicurezza alimentare nello Stato del Borno
Per migliorare le condizioni di vita degli sfollati interni e della comunità di accoglienza nello Stato del Borno (Nigeria), COOPI sta operando da luglio 2017, attraverso un intervento di sicurezza alimentare finanziato da AICS (Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo).
Il primo risultato previsto dal progetto è garantire l’accesso ad un quantitativo di cibo sufficiente e di qualità alle famiglie vulnerabili sfollate, autoctone e di ritorno, a causa delle violenze perpetrate da Boko Haram. Se il numero di famiglie previste ad inizio progetto erano 560, dopo l’indagine conoscitiva tale numero è salito a 700 unità. Le famiglie hanno ricevuto, attraverso il sistema delle e-card, sei trasferimenti per l’acquisto di beni alimentari presso i venditori selezionati. Questo il racconto delle attività, mese per mese.
Identificazione e registrazione delle famiglie beneficiarie
Durante il primo mese di progetto, sono state organizzate riunioni con i leader comunitari (bulama/Lawan) e con i rappresentanti di SEMA (State Emergency Management Agency) a livello distrettuale (CDO-Community Development Officer), durante i quali sono stati presentati loro gli obiettivi del progetto e i criteri di selezione delle famiglie beneficiarie. COOPI ha in seguito richiesto ai rappresentanti della comunità di stilare una lista delle famiglie più vulnerabili residenti nel distretto di Ngamdu, sulla base dei criteri di vulnerabilità stabiliti nel progetto. L’elenco da loro proposto è stato poi discusso con la comunità attraverso consultazioni di gruppo e modificato, o in alcuni casi confermato, sulla base dei risultati delle interviste effettuate dal personale COOPI e dai rilevatori di campo.
869 famiglie sono state intervistate, di cui 700 identificate come beneficiarie (5.886 individui): 334 famiglie sfollate (47,7%), 159 famiglie di ritorno (22,7%) e 207 famiglie delle stesse comunità ospitanti (32,6). All’interno delle 700 famiglie selezionate, sono stati registrati 1.182 bambini sotto i cinque anni di età (20%), 2.380 minori tra i cinque e i diciotto anni di età (41%), 1.898 adulti (32%) e 426 anziani (7%).
Durante la distribuzione delle e-card, i beneficiari sono stati formati sul meccanismo dell’e-voucher e sui loro diritti (libera scelta di acquistare i beni che preferiscono, possibilità di contrattare il prezzo unitario con i venditori, canali accessibili per comunicare eventuali reclami).
Realizzazione dell’indagine di campo per il monitoraggio degli indicatori di sicurezza alimentare
Durante il mese di luglio è stata condotta, su un campione di famiglie beneficiarie (103 famiglie), un’indagine di campo per valutare gli indicatori di sicurezza alimentare.
L’indagine ha rivelato che il 91,7% delle famiglie beneficiarie ha un indice di consumo alimentare sotto la soglia considerata accettabile (78,3% presenta un profilo di consumo ‘povero’ e 13,4% ‘borderline’).
L’indice di strategie di compensazione delle famiglie beneficiarie è 31,4, con il 27% delle famiglie intervistate che ha dichiarato di impiegare, oltre ad altre strategie di compensazione per far fronte alla carenza di cibo, l’accattonaggio.
Selezione e formazione dei venditori
In collaborazione con il rappresentante di distretto (Ward Head) e il rappresentante di SEMA a livello distrettuale (CDO), è stata redatta una lista preliminare di tutti i potenziali venditori al dettaglio esistenti nelle vicinanze della comunità. I venditori identificati sono stati invitati ad esprimere il loro interesse a partecipare al programma. Lo staff di COOPI ha poi proceduto alla valutazione della capacità tecnica e finanziaria di ogni venditore e dei prezzi dei beni previsti nel paniere (sulla base dei prezzi di mercato). Sono stati selezionati 6 venditori con i quali è stato firmato un accordo, sottoscritto dal rappresentante di SEMA a livello distrettuale (CDO) e dai rappresentanti della comunità. I venditori hanno partecipato ad un corso di formazione sulla gestione del dispositivo e la modalità di rimborso degli e-voucher.
Trasferimento degli e-voucher per l’acquisto di beni alimentari
Sono stati effettuati 6 trasferimenti, rispettivamente nei mesi di agosto, settembre, ottobre, dicembre 2017 e gennaio e febbraio 2018. L’ultimo trasferimento e’ previsto per il mese di marzo.
Durante il mese di novembre, ogni famiglia ha ricevuto un ammontare pari a 3.448 NGN (naria, moneta nigeriana) moltiplicato il numero dei componenti della famiglia (per un massimo di 10 membri/famiglia).
Il trasferimento di 3.448 NGN a persona è considerato sufficiente a garantire il 70% del fabbisogno calorico giornaliero (2100 Kcal/die pro capite). La copertura del 70% del fabbisogno giornaliero è stata adottata come strategia di intervento dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) e i gruppi di coordinamento (Food Security Working Group e Cash Working Group) e condivisa dalla maggior parte delle ONG operanti nel settore dell’assistenza alimentare nel nord est della Nigeria.
Attraverso la piattaforma RedRose le transazioni dei venditori e i prezzi dei beni alimentari sono costantemente monitorati. Il personale COOPI effettua anche un monitoraggio presso ogni venditore, su base mensile, a una scadenza di 7-10 giorni da ogni trasferimento. L’analisi dei prezzi di mercato dei beni alimentari viene condotta dal personale COOPI, su base mensile, al fine di verificare che i prezzi applicati dai venditori ai beneficiari siano in linea con quelli di mercato.
L’analisi dei beni alimentari acquistati dai beneficiari, relativamente ai primi due trasferimenti effettuati (agosto e settembre), mostra che gli alimenti acquistati con più frequenza sono: riso di importazione (19,7% degli acquisti), riso locale (18,4%), mais (18%), spaghetti (7,6%), olio vegetale (6%). Pesce, uova, carne, latte e patate rappresentano in media il 3.6% dei beni alimentari acquistati dai beneficiari.
La sostenibilità del progetto
L’iniziativa, seppur di emergenza, rappresenta un contributo al miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie più vulnerabili che potranno investire in attività generatrici di reddito le risorse economiche spese precedentemente nell’acquisto di cibo. L’iniziativa contribuisce anche alla ripresa del commercio locale attraverso il coinvolgimento diretto dei venditori dell’area di progetto nel sistema di trasferimento degli aiuti.