23-05-2016 | di COOPI
1 mese dal terremoto in Ecuador
Giusto un mese fa, il 16 aprile 2016 un terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la costa dell'Ecuador, a 27 km da Muisne, nella provincia di Esmeraldas, causando più di 660 morti, 28000 feriti, e 30.000 sfollati.
Isola di Muisne, Esmeraldas, Ecuador.
Fanny Mena, "conchera" di Muisne e promotrice di Fundecol ci racconta: "C'è stata una prima scossa che ha permesso a tutti di uscire dalle case, è stato terribile, io rientravo a casa dalla spesa, un secondo dopo tutto in casa è caduto, tutto si è rotto, e poi sono iniziati a cadere i muri della casa".
La risposta della comunità internazionale è stata immediata, COOPI presente nel paese dal 1967, ha scelto nella primissima fase dopo il disastro di appoggiare il tessuto organizzativo locale risorsa fondamentale per la risposta al disastro. Attraverso un supporto tecnico sta promuovendo il protagonismo di attori locali quali UOCE, Fundecol nella risposta al disastro.
La promotrice di UOCE Evelyn Rodriguez giovane leader ci racconta."Siccome abbiamo organizzazioni di base nelle comunità siamo riusciti a coordinare in modo che gli aiuti siano distribuiti equamente ed arrivino alle persone che più ne hanno bisogno...".
Foto di Evelyn Rodriguez. Distribuendo aiuti nella comunità del Balsalito
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I disastri, e le dinamiche di risposta ad essi collegati esercitano forti pressioni sulla struttura organizzativa della comunità che ha bisogno di essere opportunamente tutelata in modo che possa svolgere la sua funzione di spazio di resilienza per la popolazione colpita.
La strategia di COOPI in questa congiuntura prevede una prima fase di intervento legata al rafforzamento degli spazi comunitari preesistenti sul territorio per una identificazione congiunta attraverso diagnostici partecipativi delle iniziative di risposta da intraprendere.
Roger Lara di Fundecol intervista la popolazione colpita dal terremoto a Muisne.
Il ripristino delle dinamiche di economia familiare e comunitaria, cosi come una attenzione specifica al tema della protezione dei gruppi più vulnerabili e di appoggio alla comunità nel processo di rielaborazione dell'esperienza vissuta sono le priorità di intervento identificate congiuntamente agli attori locali.
Di Piero Bruno