Niger. "Grazie a COOPI ho imparato ad amare la mia vita"
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23-07-2020 | di COOPI

Niger. "Grazie a COOPI ho imparato ad amare la mia vita"

Niger – Sara*, 16 anni e madre di una bambina piccola, è beneficiaria del progetto “Protezione d'emergenza, salute mentale e supporto psicosociale alla popolazione colpita da conflitti nella regione di Diffa in Niger” finanziato dall’Office U.S. Foreign Disaster Assistance (USAID) e implementato da COOPI a partire da ottobre 2019.

Come molte giovani donne nigerine, Sara è stata abusata dai terroristi di Boko Haram venuti dalla Nigeria. Racconta: “Erano circa le 17 di un sabato, quando il nostro villaggio è stato attaccato dagli uomini di Boko Haram. Dopo aver ucciso mio padre e mio fratello, mi hanno portata nei boschi dove sono stata obbligata ad avere rapporti sessuali da tre dei loro capi, per due mesi”. Grazie all’aiuto di un soldato che conosceva bene i genitori di Sara, la giovane è riuscita a scappare per raggiungere sua madre e le due sorelle a Kablewa. Una volta arrivata, ha scoperto di essere rimasta incinta.

Supporto psicologico 

Al nono mese di gravidanza, ho partorito una bambina nei boschi. Poiché non avevo alcun mezzo per potermi occupare di lei, ho deciso di abbandonarla in una scuola, lasciandole scoperto il viso affinché la trovassero”. Spiega: “La sua nascita rappresentava la mia gioventù ormai persa e senza alcuna speranza per il futuro. D’altra parte, provengo da una famiglia povera e mia madre, molto vulnerabile, non si sarebbe potuta occupare di noi. Inoltre, il nostro villaggio è scenario di continui scontri ed insicurezza”.

Racconta: “Quando sono andata alla scuola, c’era solo un uomo fuori dalla struttura ma non mi ha notata. Le persone che hanno trovato la bambina hanno subito fatto un annuncio alla radio e da lì sono partite le investigazioni della polizia che mi ha subito identificata. Ho negato fino all’ultimo, ma sono stata arrestata per aver abbandonato mia figlia”.

Sessione di psico-educazione con gli sfollati internati a seguito degli attacchi a Boko Haram 

Grazie alla collaborazione con la Direzione regionale per la protezione dei bambini di Diffa, COOPI ha identificato la figlia di Sara e le ha fornito supporto medico, alimentare e dei vestiti. Allo stesso tempo, lo staff di COOPI si è recato alla prigione dove Sara era detenuta per farle visita. “Mi hanno messa a mio agio e la loro presenza mi ha rassicurato fino al momento della scarcerazione” .

Uscita di prigione, anche Sara è stata preso in carico da COOPI. Racconta: “Gli agenti di COOPI mi hanno invitato a partecipare alle sessioni di gruppo, un supporto psicosociale che si svolgeva nella loro struttura di sanità mentale e psicosociale a Kablewa. Dopo aver partecipato alle sessioni con altre donne, ho iniziato ad apprezzare nuovamente la vita, a rinascere e a provare affetto per mia figlia”.

Sessioni di gruppo 

è grazie al supporto di COOPI che ho iniziato ad amare nuovamente la vita e mia figlia e ho capito che il responsabile della mia sofferenza non è lei, bensì suo padre. Sempre grazie a COOPI ho ricominciato a studiare. Oggi mi sento a mio agio con mia figlia e la convivenza con lei mi porta tanta felicità”.

Grazie al progetto finanziato da USAID, COOPI si assicura che le persone colpite dai conflitti siano identificate e supportate. Inoltre, COOPI si impegna a rafforzare le implicazioni degli attori locali – compresi i membri delle comunità – nel nuovo sistema creato dal progetto.  

 

*il nome è di fantasia per tutelare l’identità del minore.