14-03-2019 | di COOPI
Niger: mezzelune per frenare la siccità
C’è un sistema semplice quanto ingegnoso per recuperare terra fertile dal deserto: la tecnica delle mezzelune. La stiamo sperimentando con successo anche noi in Niger, nella regione di Dosso, dove portiamo avanti dal 2016 un progetto per aiutare la popolazione a fronteggiare la siccità, conseguenza drammatica del cambiamento climatico. Il progetto si intitola “Miglioramento di resilienza climatica e sicurezza alimentare dei comuni rurali della Soucoucoutane e Dogonkiria (PARC-SASD)” ed è finanziato dall’Unione Europea.
La mezzaluna è la forma che prende lo scavo, fatto con piccone e pale, in cui si mescola terra e letame per un’ampiezza di circa 3 metri. La banchina di terra raccoglie l’acqua piovana che altrimenti non sarebbe assorbita dal terreno a causa del fenomeno del ruscellamento dovuto all’impermeabilità del suolo. Questo metodo permette così alle coltivazioni di resistere.
“Questa tecnica è l’ideale per qualsiasi tipo di coltivazione”, spiega Giacomo Fassi, capo progetto di COOPI a Dosso. “Abbiamo costruito le mezzelune per piantare alberi, preferibilmente non giovani, per evitare che periscano durante la stagione secca, e piante erbacee per il pascolo. Anche gli agricoltori locali hanno adottato questo sistema, utilizzandolo per la coltivazione del miglio e del sorgo, nella zona d’intervento del progetto”.
Le mezzelune sono un importante strumento di contrasto alla desertificazione, di recupero delle terre desertiche e di preservazione dei raccolti. Per risultare tuttavia maggiormente durevoli nel medio-lungo periodo, le mezzelune devono essere ricostruite a ogni nuova coltivazione. Una persona è in grado di costruire circa 40 mezzelune al giorno.
Il sistema si sviluppa a metà degli anni Novanta per contrastare la grave siccità nel Sahel, una fascia di territorio dell'Africa sub-sahariana che si estende tra il deserto del Sahara a nord e la savana del Sudan a sud. In quegli anni, per avviare una fattoria sperimentale di circa 100 ettari, allestita dalla società giapponese JGRC, nel villaggio di Magou, a sud di Niamey, fu introdotto un sistema di banchine di terra, realizzate a mano con pale e picconi: le mezzelune.
COOPI è in Niger dal 2012, intervenendo sia con progetti di sviluppo che di emergenza. Dopo la lotta alla malnutrizione, i progetti di educazione in emergenza e la salute mentale, abbiamo introdotto un’altra nostra expertise: la riduzione del rischio disastri.