06-03-2017 | di COOPI
Nei Paesi lontani del Medio Oriente
Sono partito per lavoro e sono finito in un paese lontano, o diciamo meglio, medio lontano. (...) È fatto, come ogni paese, di cose belle, di cose meno belle, di esseri umani che vivono, e subiscono le conseguenze delle une e delle altre.
Chi racconta è Marco Loiodice, project manager COOPI, il quale ha trascorso tre settimane in tre Paesi del Medio Oriente: Libano, Siria e Iraq.
Ciao Marco, perché sei partito per il Medio Oriente?
"Essenzialmente per creare le condizioni necessarie per estendere e promuovere il programma di COOPI, ben consapevole anche dei meccanismi regionali presenti. In Medio Oriente si può e si deve collaborare con realtà locali in quanto professionalmente valide. In Libano non essendo in corso un conflitto si lavora in condizioni di sicurezza più stabili e per questo noi come molte agenzie lo utilizziamo anche come centro operativo verso il resto della regione."
Cosa fa COOPI in questi Paesi?
"In Iraq siamo presenti con un ufficio ad Erbil, nella Regione del Kurdistan, e pianifichiamo di intervenire al più presto non solo con interventi di emergenza ma anche con interventi di resilienza e ricostruzione che hanno come beneficiari sia i rifugiati siriani che trovano riparo nei campi profughi, sia coloro che si accampano nelle aree urbane e suburbane. L'obiettivo è di migliorare le loro condizioni di vita, fornendo gli strumenti necessari per ottenere risorse economiche in modo autonomo. A Qayyarah, a sud di Mosul, programmiamo un intervento di tipo wash, finalizzato alla riabilitazione degli impianti idrici; puntiamo inoltre a favorire interventi di protezione. In Libano, c'è una missione già avviata a Tripoli che punta alla coesione sociale e a fornire incentivi di tipo economico e di sussistenza tramite lavoro (cash for work). In Siria, vogliamo intervenire fra la popolazione più vulnerabile dei due governatorati dell'area metropolitana di Damasco e c'è l'intenzione di avviare dei progetti anche ad Aleppo."
In Siria è stata aperta una sede COOPI lo scorso dicembre, ed è in fase di avvio un progetto a Damasco. Puoi darci maggiori dettagli?
"Qui la crisi è in stadio molto avanzato: 7 milioni di persone non hanno accesso a cibo e acqua; mentre 2,9 milioni di bambini e ragazzi non hanno accesso all'istruzione. Attualmente abbiamo un solo progetto approvato da AICS, dal titolo: Iniziativa di emergenza in Siria per il miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico sanitarie. L'obiettivo è quello di contrastare l'insicurezza alimentare di famiglie vulnerabili rette da donne dell'area di Damasco, tramite la distribuzione di kit per la realizzazione di orti urbani per 675 famiglie e di kit per la realizzazione di pollai per ulteriori 175 famiglie. In dettaglio, i beneficiari dell'azione sono stati identificati fra le famiglie con donne capofamiglia sfollate e residenti nella periferia sud-ovest della città di Damasco e nei villaggi del sub-distretto di Qatana."