Progetto di resilienza in Malawi: promosso a pieni voti
15-02-2019 | di COOPI

Progetto di resilienza in Malawi: promosso a pieni voti

Nel 2017 prende avvio il progetto “Rafforzando la resilienza delle comunità vulnerabili di Salima e Mangochi”, finanziato da AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

“Oggi, a distanza di quasi due anni, abbiamo riscontrato notevoli progressi, risvegliando l’interesse e coinvolgendo direttamente i beneficiari del progetto in attività legate all’agricoltura irrigua e all’itticoltura”, spiega Camilla Benozzi, capo progetto COOPI. “Uomini e donne, insieme, hanno acquistato consapevolezza delle proprie potenzialità e capacità e sono ora in grado di provvedere al proprio futuro”.

Una pagella a pieni voti, promossa anche dal responsabile del monitoraggio del distretto di Mangochi, Kondwani Magombo. Nel mese di dicembre 2018, il signor Magombo ha condotto un sopralluogo presso i tre schemi irrigui presenti nell’area di Katuli, una delle zone di attività di COOPI in Malawi, insieme a Makanjira, Nankumba e Chilipa.

Responsabile del monitoraggio del distretto di Mangochi, Kondwani Magombo (prima persona sulla destra). Foto credits: Ben Namanya 

Oltre al monitoraggio degli impianti, è stato riconosciuto che il nostro intervento ha contribuito al rafforzamento delle capacità in ambito nutrizionale.

Per aumentare i benefici locali apportati dal progetto, si è scelto di costruirei bacini adottando un approccio “cash for work”: 50 persone hanno realizzato personalmente diversi bacini per l’allevamento di circa 6.500 avannotti e per questa attività di costruzione sono stati remunerati con denaro contante.

Tra le altre attività promosse dal responsabile del distretto, possiamo menzionare:

  • il risanamento di vecchi canali realizzati da precedenti organizzazioni;
  • la realizzazione di nuovi canali per gli schemi irrigui;
  • l’organizzazione di attività educative quali sessioni di formazione, ad esempio su come nutrire i pesci, su una corretta nutrizione, sulla salute in stato di gravidanza, sulla gestione dell’AIDS e HIV.

“Ed è proprio su quest’ultimo punto che continuiamo a investire. A questo proposito – spiega Benozzi -, abbiamo organizzato visite di apprendimento a Bunda college, presso Lilongwe e nel distretto Ntcheu, dove i beneficiari sono stati formati sulla corretta gestione dei bacini”. Questi incontri hanno permesso di acquisire maggiore consapevolezza dei benefici delle attività e di approfondire le tecniche già precedentemente sviluppate.

Investire sulla formazione ha significato istruire gli agricoltori alle best practice in campo agricolo, per fare crescere raccolti sostenibili e proficui, promuovendo al contempo campagne di rimboschimento, con innesti di varietà vegetali locali, alberi e alberi da frutto nativi.

“A questo punto, se vogliamo citare una delle criticità riscontrate durante il sopralluogo, occorre menzionare l’invasione di parassiti lafigma sul territorio”, prosegue Benozzi. “I parassiti potrebbero compromettere la riuscita dei raccolti e vanificare così il lavoro della comunità. Ecco perché attualmente stiamo puntando sulla distribuzione di pesticidi adeguati che possano contenere e contrastare il problema, nonché su un piano idoneo di utilizzo del prodotto”.

Le nuove forme di agricoltura introdotte hanno permesso agli abitanti di beneficiare di risorse di cibo costanti, di rendersi indipendenti grazie ai proventi della vendita di mais verde e di dedicarsi con entusiasmo all’attività di piscicoltori. Attività che daranno i primi frutti intorno alla metà di febbraio 2019, quando inizierà la prima raccolta degli avannotti.