In Sudan Orientale, nello Stato di Gedaref, a fine aprile 2024 il numero di sfollati giunti dagli stati limitrofi ammonta a 470 mila, rispetto ai 413 mila registrati solo alla fine di marzo. Questo, insieme alla fuga disperata dei rifugiati dallo Stato di Khartoum e dalla crisi etiope del Tigray, complica le condizioni igienico sanitarie della popolazione, già messa a rischio dallo scoppio dell'epidemia di colera nel settembre 2023 e dagli effetti devastanti delle inondazioni, che ogni anno colpiscono il Sudan durante la stagione delle piogge.
Attraverso il progetto “Intervento integrato di Riduzione Rischi Disastri e Protezione in risposta ai bisogni di sfollati, rifugiati e comunità ospitanti colpite da disastri nello stato di Gedaref” COOPI fornisce interventi di protezione e rafforza la capacità di risposta locale ai ricorrenti fenomeni di inondazione e allagamento. Grazie ai fondi del donatore AICS (Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo), COOPI ha riabilitato 2 spazi “Amici dei bambini” nei due campi profughi di Um Raquba e Tunaydbah, e si è occupato della formazione di 40 promotrici comunitarie, di cui 30 rifugiate e 10 appartenenti alla comunità ospitante, sulle buone regole igieniche e di gestione dei rifiuti presso il campo di rifugiati di Tunaydbah; queste donne hanno poi svolto attività di sensibilizzazione presso le loro comunità.
Per prevenire gli effetti devastanti delle inondazioni, sono stati istituiti 5 Comitati Comunitari di Gestione delle Inondazioni, uno per ogni villaggio dove la comunità ospitante risiede con gli sfollati, attraverso i quali vengono svolte attività di training sulle tecniche di prevenzione e gestione degli effetti delle inondazioni; il progetto mira infatti a costruire barriere di prevenzione, per le quali COOPI si è mobilitato acquistando e consegnando materiale tecnico utile in tale costruzione, tra cui pale, carriole, zappe, grandi cesti, rastrelli, asce, scope con manico di legno, cesti locali e pompe. Infine, l'intervento comprende la pulizia dei canali di drenaggio nel campo di Tunaydbah, che drenano l'acqua lontano dalle aree residenziali, riducendo così il rischio di inondazioni.