30-01-2018 | di COOPI
RCA: la rinascita dell'allevamento a Bangui
Nonostante il persistere della crisi umanitaria nella Repubblica Centrafricana, COOPI è impegnata a rilanciare il settore zootecnico nella capitale del paese, Bangui. Il progetto - finanziato dall' Unione Europea per due anni e mezzo - mira a rafforzare la sicurezza alimentare e nutrizionale delle comunità urbane di Bangui, consentendo ai 1.400.000 abitanti della città di beneficiare del supporto fornito al settore.
L'organizzazione sosterrà 1.000 pastori nella modernizzazione delle loro attività, creerà strutture per l'allevamento di bestiame, riabiliterà una fabbrica, sosterrà gli agricoltori nella produzione di mangimi per animali e organizzerà la rivendita di cibo. Al fine di includere le popolazioni più vulnerabili, COOPI selezionerà i beneficiari in base a criteri specifici (capofamiglia, vedove e orfani, sfollati, persone che vivono con l'HIV, ecc.). Inoltre, considerato il ruolo fondamentale che rivestono nell'allevamento e al fine di conferire loro più potere, le donne rivestiranno un ruolo chiave all’interno del progetto.
Visita di un consulente tecnico (il dott. Semita) di Veterinari Senza Frontiere (ONG italiana) per stabilire le scelte tecniche di progetto nel settimo Distretto di Bangui, quartiere DRESS.
Il numero di donne sostenute è del 35,5% sul totale. Nonostante l’apparente esiguità della percentuale, nella Repubblica Centrafricana le donne praticano pochi tipi di allevamento come la piscicoltura perchè queste attività sono spesso riservate agli uomini a causa della difficoltà di accesso alla terra e della fatica fisica implicata. Tuttavia, il dato è solo apparente: sebbene il sostegno sia rivolto al 64,5% degli uomini, questi ultimi sono infatti in genere supportati dalle mogli nella manutenzione delle mandrie. COOPI adotta inoltre un approccio di sviluppo che favorisce la scelta di aziende agricole già esistenti, il che influenza la proporzione (nonostante alcuni criteri di selezione che favoriscono le donne).
Indagine sul campo per l'identificazione dei beneficiari a Bangui.
Gli eventi politico-militari hanno profondamente aggravato l'insicurezza alimentare, provocando un'inflazione senza precedenti (il prezzo delle proteine animali, ad esempio, è aumentato del 71%) e un calo del potere d'acquisto, causato anche dall'aumento del numero di famiglie senza reddito (il PIL è diminuito del 31% tra il 2012 e il 2015). Inoltre, dal 2013 più della metà del bestiame del paese è stato perso durante la crisi, a seguito di furti, macellazioni e vendite di emergenza. Inoltre, le infrastrutture operative e di rivendita del settore sono stata fortemente danneggiate. A causa di questi motivi, nel 2016 il 27% della popolazione di Bangui era in stato di insicurezza alimentare.