RCA: una situazione umanitaria al collasso
06-09-2016 | di COOPI

RCA: una situazione umanitaria al collasso

Le prefetture di la Ouaka e di Haute-Kotto sono le zone più colpite dalla crisi di carattere politico-militare che la Repubblica Centrafricana (RCA) vive da circa 20 anni e durante i quali il continuo scontro tra lo Stato e i due principali gruppi ribelli, i Seleka gruppi armati di matrice musulmana, ed i Balaka, di matrice cristiana, ha portato il Paese ad una crisi quasi perenne.

Le città di Ippy e Bria sono quelle che hanno testimoniato i maggiori flussi migratori nei villaggi limitrofi. Ed è proprio in questa zona che COOPI - Cooperazione Internazionale - ha focalizzato il suo intervento in materia di tutela dei diritti, in particolare di donne e bambini, con un progetto che mira a fornire una risposta multisettoriale alla crisi, promuovendo l'educazione di bambini e giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni.

L'obiettivo è di fornire ai giovani la possibilità di scelta tra una vita alla mercé delle forze armate locali ed una vita "normale", dove attività di alfabetizzazione, di calcolo, di formazione professionale specifica fuori dalla scuola e di sensibilizzazione alla pace, fanno respirare aria di cambiamento: integrazione sociale nelle comunità locali e rilancio economico.

Il progetto di COOPI  risulta in linea con l'asse di intervento internazionale ed in particolare con il secondo obiettivo del piano di risposta strategica 2015-2016 - SRP, Strategic Response Plan- definito dall'OCHA, l'agenzia dell'ONU per il coordinamento degli affari umanitari che si prefissa, in primis, di migliorare le condizioni di vita di 2 milioni di persone, il 42% della popolazione totale.

Il progetto inoltre si inserisce all'interno di un piano nazionale - Programme d'Urgence et de Relèvement Durable, PURD - elaborato dal precedente governo centrafricano ad interim, avente come obiettivi la tutela delle comunità di sfollati interni, il miglioramento del sistema scolastico, la sicurezza alimentare e nutrizionale, l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici di base.

In numeri: il progetto ha raggiunto 15.000 gruppi famigliari (beneficiari indiretti) ed in particolare 9.965 beneficiari diretti. Si tratta di ragazzi e bambini, che da anni non conoscono alternativa a violenze, torture e saccheggi e grazie allo sforzo della comunità internazionale e locale hanno imparato a leggere e scrivere, a integrarsi e confrontarsi con i membri della propria comunità sui temi della pace e della coesione sociale e hanno imparato un mestiere. Questo ha di fatto contribuito a diminuire il tasso di delinquenza e aiutato il governo a esercitare un maggiore controllo su quelle sacche di illegalità che risiedono nelle campagne e nei territori a nord del paese dove continuano gli scontri tra i gruppi ribelli ed il governo.

Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Common Humanitarian Fund (CHF).