28-06-2021 | di COOPI
Release G20, la proposta per convertire il debito è un impegno per lo sviluppo sostenibile
«Nei prossimi tre anni il debito pubblico dei Paesi africani supererà i 950 milioni di dollari, per questo proponiamo Release G20, che si fonda sulla ristrutturazione e quindi la riconversione di parte di questo debito in investimenti in valuta locale finalizzati agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. E noi ci auguriamo che questa parte sia la più grande possibile» (Roberto Ridolfi, Presidente di LINK 2007).
La proposta Release G20 è stata accolta con entusiasmo dai partecipanti al webinar di alto livello tenutosi ieri, 23 giugno, e organizzato da LINK 2007 e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, suscitando particolare interesse proprio nei potenziali primi beneficiari della proposta: i rappresentanti dei Paesi africani. Il webinar, durato oltre due ore, ha visto la partecipazione di oltre 150 persone, tra rappresentanti istituzionali di primo piano, membri del corpo diplomatico africano in Italia, della società civile e delle diaspore.
Release G20 ha incontrato il favore della vice-ministra Marina Sereni, che ha presieduto la conferenza, la quale ha spiegato che “L’Italia ha un progetto ambizioso, con un focus particolare sui Paesi africani”: per questo il nostro Paese coglie “la sfida di cancellare il debito nel quadro della presidenza italiana del G20″ e di “ristrutturare gli investimenti in modo da poter sostenere la ripresa dopo che la pandemia ha esacerbato tante crisi già in atto. Ridurre il debito dei Paesi più poveri è una sfida cui l’Italia non si sottrae, soprattutto ora che, con la crisi di Covid-19, diventa sempre più difficile, in particolare in Africa, perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU”.
Illustrando la proposta, il Presidente di Link2007 Roberto Ridolfi ha spiegato che Release G20, un piano volto ad alleggerire la pressione del debito che grava sui Paesi a basso reddito i cui problemi sono stati oltremodo aggravati dagli effetti della pandemia, intende cambiare il paradigma di approccio agli investimenti e al debito. “Attraverso strategie diverse ogni Paese invece di ripagare il debito ai diretti creditori o ai partner privati potrà depositare la stessa cifra in valuta locale direttamente nel Paese, in modo da creare un fondo di investimento da usare in azioni di sviluppo interno”. La creazione di spazi di investimento nazionali, gestiti dai governi ma in cui anche il settore privato può e deve intervenire, dovrà infine prevedere “la creazione di un meccanismo di monitoraggio all’interno del sistema delle Nazioni Unite, per controllare che i fondi siano investiti per finalità in linea con gli Obiettivi di sviluppo”. Un obiettivo, questo dell'alleggerimento del debito, all'attenzione anche della Presidenza del Consiglio dei Ministri, come confermato dal Consigliere diplomatico e Sherpa G20 del presidente del Consiglio Mario Draghi Luigi Mattiolo.
“Ogni anno l’Africa perde 99 milioni di dollari di finanziamenti. Questo dato, combinato a istituzioni deboli, diventa una dinamica che limita le potenzialità dei nostri Paesi. Ristrutturare il debito sarà essenziale per garantire la ripresa e per questo apprezziamo la proposta Release G20 e gli strumenti innovativi che arrivano dalla presidenza italiana del G20” ha detto alla conferenza Ibrahim Assane Mayaki, direttore generale dell'Agenzia per lo Sviluppo dell'Unione Africana - NEPAD. Il ministro degli Esteri della Guinea Conakry, Ibrahim Khali Kaba, ha sottolineato il valore nel medio e lungo termine della proposta di ristrutturazione del debito, vincolandolo a investimenti sostenibili: “Questa iniziativa può davvero aiutare l’Africa a fronteggiare la pandemia e la conseguente crisi economica” e Release G20 rappresenta un'“importante opportunità” rappresentata da Release G20. Trasparenza, visione, strategia e partnership internazionali sono le chiavi, secondo Kaba, per trovare in fretta una posizione comune sulla ridiscussione del debito. Sulla questione è intervenuto da Lusaka anche Emmanuel Pamu, segretario permanente al bilancio del ministero dell’Economia dello Zambia: “Siamo in linea con questa iniziativa, la sosteniamo con forza, ma dobbiamo muoverci in fretta”.
Durante tavola rotonda degli ambasciatori africani, nella seconda parte del webinar, si è osservata una convergenza di opinioni, sia nella stima per il lavoro che la Presidenza italiana del G20 sta facendo proprio in materia di debito, sia nella consapevolezza della necessità di una posizione comune. Sono intervenuti, nel corso della tavola rotonda, con contributi di livello gli ambasciatori Ahmed Boutache Ambasciatore della Repubblica Democratica Popolare di Algeria, Joseph Katema Ambasciatore della Repubblica di Zambia, Eudora H. Quartey Koranteng Ambasciatrice della Repubblica del Ghana, Fidèle Khakessa Sambassi Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, Ely Salem Zeineb Ambasciatrice della Repubblica islamica di Mauritania, Youssef Balla Ambasciatore del Regno del Marocco, Papa Abdoulaye Seck Ambasciatore della Repubblica del Senegal, Aly Coulibaly Ambascitore del Mali. I membri del corpo diplomatico africano si sono detti tutti fortemente motivati a sostenere l’iniziativa Release G20 e a lavorare velocemente in questa direzione, anche coinvolgendo e stimolando le diaspore, rappresentate al webinar da Cleophas Adrien Dioma, ad una maggiore cooperazione: “Credo che il coinvolgimento delle comunità diasporiche potrebbe essere opportuno per la buona riuscita dell’iniziativa. Possiamo portare la nostra expertise, il nostro punto di vista e le nostre raccomandazioni”.
Ha concluso i lavori il presidente del gruppo di lavoro Sviluppo, Presidenza italiana del G20, Marco Ricci: “Questa visione comune” per una nuova sostenibilità del debito dei paesi a basso reddito “è un work-in progress per cui è cruciale la collaborazione tra il G20 e i paesi africani” che richiederà anche una revisione dei piani di sviluppo per gli SDGs dei paesi prestatori. Un'opportunità, per tutti, per fare fronte comune verso una visione più sostenibile al 2030.