26-02-2018 | di COOPI
SARCS Damasco: kit sanitari per prevenire malattie
Dopo 7 anni di conflitto, la sicurezza e la situazione umanitaria in Siria è diventata sempre più critica. Il conflitto ha causato un significativo sfollamento interno ed enormi danni alle abitazioni, alle scuole, agli ospedali e a numerose altre infrastrutture, lasciando milioni di persone bisognose di assistenza. Qui di seguito sono riportate le figure maggiormente rappresentative di queste problematiche: 13,1 milioni di persone in stato di bisogno; 5,6 milioni in condizione di grave necessità; 8,2 milioni di persone a rischio di incorrere in pericoli di esplosione; 6,5 milioni di persone sono in condizioni di insicurezza alimentare, il 30% di bambini abbandona la scuola; 5,6 milioni di rifugiati; 6,1 milioni di sfollati interni.
COOPI è attiva in Siria con la sua azione umanitaria (Damasco) dal gennaio 2017 mediante un Progetto di sicurezza/sostentamento alimentare nell’area rurale di Damasco (Qatana), che ha l’obiettivo di offrire una prima assistenza a oltre 2,000 famiglie, ma anche di fornire loro strumenti che li riportino a uno stile di vita auto-sostenibile, nelle zone in cui ciò è già possibile: l’area rurale di Damasco è alquanto ampia. Nel dettaglio, durante il mese di gennaio del 2018, COOPI ha distribuito 750 kit sanitari alle famiglie in difficoltà (per un totale di 3,750 persone) in Qatana, area rurale di Damasco. L’iniziativa- svolta con il contributo di 60 volontari locali- rientra nel progetto"Sostegno Alimentare in Rispostaalla Crisi Siriana nell’area metropolitana di Damasco", in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Araba Siriana (SARC) e finanziato da AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). Ogni kit comprendeva una bottiglia con due litri di detergente per le superfici della casa, una bottiglia di detergente da un litro per gli indumenti, 2 bottiglie di prodotto per pulire le stoviglie, ma anche un secchio, uno spazzolone, alcuni stracci, alcuni prodotti per l’igiene personale e una tanica da 20 litri per raccogliere acqua potabile.
Uno studio preparatorio del progetto ha sottolineato l’importanza delle corrette prassi igieniche per contrastare il pericolo del diffondersi di malattie- un fenomeno dovuto alla generale scarsa conoscenza in materia di buone pratiche e all’utilizzo di acqua contaminata tra la maggior parte (69%) delle comunità locali vulnerabili. La distribuzione di kit è stata, quindi, integrata con una formazione in materia di igiene e sanità con l’obiettivo di migliorare le condizioni delle famiglie, ponendo attenzione sulla conservazione e sulla cottura delle stesse verdure prodotte grazie ad altri progetti a novembre e a dicembre. Il dott. Mayada Kharouf- specialista in igiene- ha formato oltre 800 persone in 5 corsi tenuti in luoghi diversi, come Qatana, Artouz, Jdeidet Artouz, Sabura e Khen Elshish (le ultime due località, essendo state circondate dalle forze armate nell’area rurale di Damasco, hanno sofferto 7 anni di isolamento dal resto del paese).
Particolare attenzione è stata posta a pratiche sostenibili e igieniche per cucinare le verdure con acqua potabile, ai fertilizzanti e ai pesticidi organici. Questo aspetto è molto importante perché è comune tra le famiglie beneficiarie utilizzare acque di scolo per innaffiare i propri semi a causa della scarsità di risorse- abitudine che favorisce la diffusione di malattie.
I destinatari della formazione sono stati selezionati sulla base di criteri di vulnerabilità, tra cui: nuclei familiari con donne come capofamiglia, famiglie con oltre 4 figli, famiglie dislocate, persone con esigenze specifiche. Per aiutare persone in stato di bisogno o di acuta necessità, fornendo loro consapevolezza sull’igiene e strumenti, è fondamentale prevenire le epidemie che possono diffondersi durante e dopo conflitti armati.