22-12-2017 | di COOPI
16 giorni contro la violenza di genere
Nell'ambito del progetto IEDDH finanziato dall'Unione Europea, COOPI ha organizzato delle sedute di sensibilizzazione in occasione delle "16 giornate di attivismo contro la violenza di genere". Le giornate hanno avuto luogo a partire dal 25 Novembre, giornata della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, e il 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione Universali dei Diritti dell'Uomo.
Il tema internazionale delle 16 giornate è stato "non lasciamo nessuno in disparte: mettiamo fine alla nei confronti delle donne e delle ragazze". Il tema a livello nazionale ha messo l'accento sulla promozione dell'educazione delle ragazze come strumento di lotta contro gli ostacoli al loro sviluppo personale. COOPI, SOS Village d'Enfant Ciad, la Fondazione DIeu Benit e i collaboratori della CELIAF, l'Unità di Coordinamento e Informazione delle Associazioni Femminili in Ciad si sono concentrati sulla violenza nei confronti delle donne e delle ragazze, soprattutto in relazione ai casi identificati nel corso del progetto.
La sensibilizzazione ha toccato tutte le forme di violenza di genere e il maltrattamento dei minori. Ogni incontro ha previsto un momento di discussione durante il quale gli invitati sono intervenuti con delle considerazioni personali, hanno posto domande e hanno avanzato anche delle proposte di attività e misure da adottare per ridurre i casi di VBG e violazione dei diritti dei minori nel quartiere. Un argomento molto discusso è stato il matrimonio dei minori. Le posizioni adottate a questo proposito sono state diverse. Qualcuno si è manifestato a favore della Costituzione Ciadiana che fissa a 18 anni il limite minimo per il matrimonio; qualcun altro si è espresso invece contro questo provvedimento. Questa posizione riflette la preoccupazione di molti genitori che le figlie adolescenti possano avere una vita sessuale libera e rimanere incinte prima del matrimonio. La sessualità è ancora un tabù, i giovani non ricevono alcuna educazione sessuale durante l'adolescenza, non sono informati sui metodi contraccettivi, sui rischi dei rapporti non protetti, nemmeno sui cambiamenti fisici e ormonali dello sviluppo. Molti genitori preferiscono risolvere il problema dando la figlia in sposa piuttosto che affrontare l'argomento dell'educazione sessuale.
COOPI e i suoi collaboratori hanno quindi parlato dell'educazione come soluzione a questo problema. L'educazione rende consapevoli e responsabili. L'educazione libera (in parte) dalle costrizioni e dalle norme sociali. L'educazione è un diritto di tutti, soprattutto dei minori, i quali sono sottomessi alle decisioni dei genitori senza poter esprimere la propria opinione o esprimere la propria personalità. E senza educazione e formazione appropriate i giovani continueranno a pensare che questa sottomissione alle violenze perpetrate dal mondo degli adulti corrisponde alla normalità e ne perpetueranno la pratica a loro volta. Bisogna rompere con questa tradizione, mettere fine alla violenza e agli abusi nei confronti dei minori e i genitori e le autorità locali sono i primi a doversi impegnare per raggiungere questo obiettivo per una società migliore. I 16 giorni di attivismo hanno dato a COOPI la possibilità di lanciare questo appello nella speranza che un cambiamento possa pian piano realizzarsi.