Somalia. Dalla disperazione all'emancipazione: come l'acqua pulita ha trasformato la vita di Fatuma
08-07-2024 | di COOPI

Somalia. Dalla disperazione all'emancipazione: come l'acqua pulita ha trasformato la vita di Fatuma

Sono passati due anni da quando Fatuma Ibrahim Diinow, madre di sette figli, è stata costretta a fuggire dal suo villaggio rurale a causa di una grave siccità e della costante minaccia delle milizie di Al-Shabaab. Dopo aver trovato rifugio nel campo sfollati di Qasab2, nella città di Baidoa, ha iniziato a lottare contro la mancanza di acqua potabile e le scarse condizioni igieniche, dato che la fonte d'acqua più vicina era a chilometri di distanza e, anche in quel caso, l'acqua era spesso contaminata, causando frequenti epidemie di malattie trasmesse dall'acqua tra i suoi figli. La sua vita è cambiata quando COOPI - Cooperazione Internazionale ha lanciato un programma di trasporto dell'acqua della durata di due mesi nell'ambito del progetto “Intervento Umanitario Integrato e Inclusivo in Risposta alle catastrofi naturali nei Distretti di Baidoa e Dollow” in Somalia, iniziato nell'agosto 2023 e della durata di un anno, con il finanziamento dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), volto a migliorare l'accesso all'acqua e a rafforzare la sicurezza alimentare per gli sfollati interni e le comunità ospitanti nei distretti di Baidoa e Dollow.

Grazie alle attività svolte dagli operatori umanitari, Fatuma è passata dall’avere pratiche igieniche minimali e da viaggi pericolosi per andare a recuperare dell'acqua, a disporre di kit igienici, che sono stati distribuiti a 900 persone in totale per consentire una corretta gestione e trattamento dell'acqua in casa, e di 45 litri di acqua sicura al giorno, a cui può accedere da un punto di distribuzione dell'acqua installato temporaneamente, ed utilizzarla per bere, cucinare e per l'igiene personale. Fatuma ha inoltre appreso l'importanza del lavaggio delle mani, dello stoccaggio sicuro dell'acqua e delle pratiche igienico-sanitarie corrette e ha messo in pratica queste buone pratiche anche a casa, diffondendo la consapevolezza tra i suoi vicini. COOPI ha infatti fornito, oltre al trasporto dell'acqua, anche attività di promozione dell'igiene.

Grazie alle conoscenze e alle risorse acquisite, ora mi sento più forte. Con acqua pulita e un ambiente più sano, posso concentrarmi su un futuro migliore per i miei figli"

Al termine dell'intervento di due mesi di trasporto dell'acqua, COOPI ha lavorato con i leader della comunità del campo per garantire che questi miglioramenti fossero sostenibili: gli operatori umanitari hanno sviluppato piani per mantenere l'accesso all'acqua e continuare l'educazione all'igiene, promuovendo l'autosufficienza e la resilienza dei residenti. In totale, le sessioni di promozione dell'igiene hanno raggiunto 3255 persone con tre messaggi contestualizzati sull'igiene: uno sul trattamento domestico dell'acqua, uno sul corretto smaltimento dei rifiuti umani e uno sul corretto lavaggio delle mani per prevenire malattie come l'AWD/Cholera. 18 Promotori Sanitari Comunitari sono stati formati per aiutare a trasmettere i 3 messaggi principali.

La vita di Fatuma si è trasformata: quella che un tempo sembrava una lotta infinita per la sopravvivenza è diventata una sfida gestibile. La sua storia è una testimonianza del profondo impatto che interventi umanitari mirati possono avere sulla vita di chi ne ha bisogno.

COOPI è presente in Somalia dal 1981 e da allora conduce progetti di emergenza e di rafforzamento della resilienza a lungo termine nei settori della salute, della sicurezza alimentare e dei mezzi di sussistenza, dell'acqua e dei servizi igienici per migliorare le condizioni di vita di migliaia di famiglie vulnerabili. Oggi COOPI attua programmi di risposta umanitaria e di costruzione della resilienza con un approccio multisettoriale, intervenendo nei settori della sicurezza alimentare, dei mezzi di sussistenza, dell'acqua e dell'igiene e della salute. Per rispondere all'attuale emergenza siccità, COOPI ha immediatamente implementato programmi di emergenza, integrando al contempo progetti di sviluppo e resilienza nelle regioni più colpite.