21-09-2023 | di COOPI
Crisi in Sudan. Appello delle ONG contro l'inerzia internazionale
A causa dell'attuale crisi umanitaria, il popolo sudanese sta affrontando sofferenze inimmaginabili e la mancata risposta globale è fonte di profonda preoccupazione per il settore umanitario. L’Inter Agency Working Group (IAWG) per l'Africa orientale e centrale, a cui COOPI – Cooperazione Internazionale aderisce, si è in tal senso appellato alla comunità internazionale affinché risponda tempestivamente ed esaustivamente, fornendo finanziamenti flessibili, eliminando gli ostacoli alla fornitura di aiuti umanitari e proteggendo i civili, gli operatori umanitari e le strutture sanitarie.
Gli attacchi aerei e i combattimenti aumentano di giorno in giorno nella capitale Khartoum, nel Kordofan, nel Nilo Blu e nel Darfur, dove si registrano inoltre notizie di un'escalation di violenza interetnica. Agghiacciati casi di violenza sessuale legati al conflitto e altre violazioni dei diritti umani sono all'ordine del giorno e il collasso del sistema sanitario sta generando un grande numero di morti. I bambini, in particolare, hanno perso l'accesso ad un’istruzione continuativa e sono a rischio di reclutamento forzato. Lo IAWG avverte che nessun altro Paese al mondo affronta attualmente lo stesso livello di insicurezza alimentare: si stima che oltre il 42% della popolazione (più di venti milioni di persone) stia affrontando livelli di crisi o di emergenza e che 3,4 milioni di bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni siano affetti da malnutrizione acuta, una delle principali cause di morte sotto i cinque anni. Con l'interruzione della stagione di semina del 2023 a causa del conflitto e l'aumento del prezzo degli alimenti di base fino al 200%, si prevede da ottobre un peggioramento della situazione.
Il conflitto persiste da cinque mesi, ma le difficoltà per le ONG non tardano a diminuire. A causa della lentezza delle autorizzazioni, dei combattimenti e dei saccheggi le organizzazioni umanitarie incontrano ancora enormi difficoltà nel raggiungere le popolazioni bisognose con cibo, acqua potabile, medicinali e sementi per l'agricoltura. Inoltre, gli stessi operatori umanitari sono bersaglio di attacchi, con 19 operatori umanitari uccisi solo quest'anno. Nonostante ciò, dall'inizio del conflitto, le ONG hanno lavorato in tutti i 18 Stati del Paese insieme a gruppi di vicinato comunitari guidati da volontari (comunemente noti come Emergency Response Rooms), che sono soliti fornire assistenza critica in prima linea perché in grado di accedere a zone che le organizzazioni internazionali non possono attualmente raggiungere.
L'inazione internazionale nella crisi umanitaria sudanese ha, inoltre, conseguenze di vasta portata per la stabilità e la sicurezza della regione. Il conflitto ha provocato enormi spostamenti sia all'interno del Sudan - aggiungendo oltre 4 milioni di persone ai già presenti 3 milioni di sfollati interni di fuori del Paese. Più di un milione di profughi riversati in Ciad, Egitto, Sud Sudan, Etiopia e Repubblica Centrafricana stanno infatti esercitando ulteriore pressione su questi paesi limitrofi, che in alcuni casi si trovano già a dover affrontare con fondi scarsi crisi umanitarie proprie. Le risorse limitate non sono sufficienti per accogliere i nuovi rifugiati sudanesi e le tensioni sociali e politiche sono dietro l'angolo.
Metà della popolazione sudanese (quasi 25 milioni di persone) ha ora urgente bisogno di assistenza e il costo di una mancata azione decisiva è troppo alto per non essere rimpianto. È necessaria un'azione prioritaria della comunità internazionale, compresi i governi e le organizzazioni internazionali. Il già rivisto Sudan Humanitarian Response Plan, che mira a fornire assistenza e servizi di protezione salvavita a 18,1 milioni di persone, rimane ad oggi gravemente sotto finanziato, con solo 685,9 milioni di dollari ricevuti sui 2,6 miliardi di dollari necessari (ovvero il 26,7%). Ulteriori finanziamenti, provenienti da una gamma diversificata di fonti e flessibili, sono fondamentali per consentire alle organizzazioni umanitarie che operano sul campo di coprire i maggiori costi di funzionamento in un ambiente ad oggi estremamente pericoloso e volatile, di trovare modi innovativi per raggiungere le popolazioni attraverso i volontari comunitari in prima linea, e di sostenere la riabilitazione delle strutture sanitarie e scolastiche. La salvaguardia della dignità umana dovrebbe essere il cuore dell'impegno internazionale per il Sudan e per l'intera regione.
L’Inter-Agency Working Group è una piattaforma regionale di coordinamento e advocacy delle ONG che operano in Africa orientale e centrale su una vasta gamma di questioni sanitarie. Ne fanno parte: CARE, CONCERN Worldwide, COOPI - Cooperazione Internazionale, DRO - Danish Refugee Council, GOAL, Islamic Relief, International Rescue Committee, Mercy Corps, International Medical Corps, NRC - Norwegian Refugee Council, OXFAM, Plan International, Save The Children, World Vision.
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