21-07-2025 | di COOPI
Dalla siccità all’abbondanza: i canali solari della Somalia
Bullo Qalooc, un villaggio agro-pastorale nel distretto di Dollow, in Somalia, ospita una comunità coesa di contadini e allevatori resilienti. Per generazioni, gli abitanti hanno adottato una strategia di sussistenza mista: agricoltura familiare su piccola scala e allevamento, soprattutto di capre e pecore. Ma la loro sopravvivenza si è sempre retta su un equilibrio fragile: l’irrigazione.
L’agricoltura, infatti, dipendeva quasi esclusivamente dalle piogge stagionali, esponendo i contadini a raccolti scarsi e insicurezza alimentare cronica, soprattutto durante le frequenti siccità. Anche il bestiame soffriva, costringendo le famiglie a lunghi e faticosi spostamenti alla ricerca di pascoli e fonti d’acqua.
Tra questi agricoltori c’era Abdirashid Ibrahim Abdi, 35 anni, padre di quattro figli. Come molti nel suo villaggio, Abdirashid combatteva contro rese bassissime, in gran parte a causa dei canali di irrigazione in terra battuta, ormai inadeguati. Lavorava come mezzadro, dipendendo dai proprietari terrieri e con margini di sopravvivenza sempre più ridotti. L’aumento vertiginoso del prezzo del carburante per le pompe d’irrigazione aggravava ulteriormente la sua condizione. Non erano rari infatti i giorni in cui i suoi figli andavano a dormire a stomaco vuoto.
Ma nel 2024 qualcosa è cambiato. Il Programma di Resilienza Somalo, in collaborazione con COOPI – Cooperazione Internazionale e con il finanziamento dell’Unione Europea (UE), ha avviato il progetto Riverine - Rafforzamento del sistema alimentare fluviale e pastorale (RFSS) un’iniziativa pensata per affrontare le criticità agricole più urgenti della regione. Bullo Qalooc è stato identificata come area prioritaria, dando inizio a una vera e propria rinascita.
Grazie al progetto, COOPI ha offerto formazione sulle Buone Pratiche Agricole (GAP), fornendo agli agricoltori locali – tra cui Abdirashid – conoscenze moderne e sostenibili. Ma il vero cambiamento è arrivato con la costruzione di canali in cemento e l’installazione di sistemi di irrigazione alimentati da energia solare, una svolta senza precedenti per il villaggio.
I nuovi canali in cemento hanno rivoluzionato la gestione dell’acqua. A differenza delle vecchie strutture in terra, queste garantiscono una minore dispersione e una distribuzione equa tra gli agricoltori, migliorando l’efficienza e riducendo il lavoro manuale. I contadini possono ora dedicare più tempo alla produzione.
Il sistema di irrigazione solare ha amplificato questa trasformazione. Sfruttando l’abbondante luce del sole, fornisce una fonte energetica affidabile, sostenibile e gratuita, eliminando la dipendenza dal carburante fossile. Con un apporto costante di acqua, le coltivazioni sono più sane, le rese più elevate e i contadini possono puntare su colture più redditizie.
Il nuovo sistema solare e i canali in cemento hanno cambiato tutto per me»
, racconta Abdirashid.
Prima non potevo permettermi il carburante e i raccolti fallivano spesso. Ora coltivo cipolle per il mercato, do da mangiare ai miei figli e riesco persino a risparmiare.»
Oggi Abdirashid si sveglia senza l’incertezza di un tempo. I suoi figli mangiano tre pasti nutrienti al giorno, e la paura della fame ha lasciato spazio a stabilità, dignità e autonomia. Coltiva prodotti richiesti come le cipolle, vende al mercato locale e ha una fonte di reddito stabile. Il suo successo ha ispirato anche altri agricoltori del villaggio ad abbracciare l’innovazione.
La storia di Abdirashid e di Bullo Qalooc dimostra quanto un intervento mirato possa trasformare non solo una vita, ma un’intera comunità. Grazie al progetto UE, un villaggio intrappolato in un ciclo di siccità e disperazione sta oggi coltivando speranza, un raccolto alla volta.
Dal 1981, COOPI è attiva in Somalia, con oltre 40 anni dedicati a migliorare salute, sicurezza alimentare, mezzi di sussistenza e accesso a risorse idriche e igienico-sanitarie. L’organizzazione risponde con sempre maggiore impegno alle emergenze del Paese, tra disastri naturali e crisi aggravate dal cambiamento climatico. Negli ultimi anni ha guidato interventi d’urgenza per affrontare inondazioni e siccità estreme, senza mai smettere di integrare sviluppo e resilienza nelle aree più colpite.