29-01-2016 | di COOPI
Ebola: le sfide di COOPI in Sierra Leone
Sviluppo professionale e sostegno sanitario per costruire un futuro dopo la pandemia.
In Sierra Leone la vita per migliaia di donne e bambini è ancora difficile e COOPI, presente nel paese dal 1971 con programmi di sostegno sociale e sviluppo dei sistemi sanitari, oggi lotta a fianco della popolazione sui diversi fronti sociali aperti dalla pandemia che ha causato circa 4000 morti dal 2014.
Se sul versante dei contagi la situazione è migliorata notevolmente negli ultimi mesi, la Sierra Leone resta vittima delle conseguenze, anche economiche, che l'ebola ha portato con sé. In quest'ottica COOPI ha deciso di organizzare, con il finanziamento di Cooperazione italiana, corsi professionali rivolti ai giovani colpiti dalla malattia per ricostruire il futuro di molte famiglie attraverso il lavoro.
Numerosi istituti locali hanno accolto la proposta e sono nati laboratori, della durata di tre mesi per 1050 giovani dai 15 ai 18 anni colpiti direttamente o indirettamente dal virus, per la realizzazione di impianti elettrici e idraulici e la specializzazione in informatica, sartoria e catering. Marco Loiodice, Capo progetto COOPI in Sierra Leone ha spiegato: "Si tratta di un'iniziativa necessaria in quanto un impatto indiretto ma devastante dell'epidemia è che ha tolto forza lavoro a molte famiglie". L'obiettivo è di ridare possibilità di guadagno ai più giovani, anche grazie alla consegna di uno "start-up kit" per avviare una piccola impresa imprenditoriale.
L'impegno di COOPI per un nuovo sviluppo delle aree più povere del paese non fa venir meno però lo sforzo continuo per il monitoraggio dell'infezioni da ebola: dopo alcune settimane a contagio-zero infatti , la morte di un ragazzo di 16 anni avvenuta il 13 settembre, ricorda, a chi ne avesse bisogno, che tanti risultati sono stati raggiunti ma c'è ancora bisogno di aiuto.