16-04-2016 | di COOPI
Thiotte si mobilita per la Giornata Internazionale della Donna
Mwen se yon fanm kap chèche egalite!
Sono una donna che cerca l'uguaglianza!
In seguito all'acuta siccita' che ha colpito il Dipartimento del Sud-Est in Haiti nel 2015, COOPI (capofila del consorzio con Alianza por la Solidaridad e HelpAge International) interviene nelle Comuni di Thiotte e Anse-à-Pitres. Il progetto "Migliorare la resilienza in caso di siccità degli attori locali e delle famiglie più vulnerabili nella parte orientale del Dipartimento del Sud-Est in Haiti" è finanziato da ECHO.
Per l'8 Marzo, un martedi mattina, mi trovo a Thiotte. Due strade in terra battuta, qualche edificio, poche case sparse qua e là e immerse nella nebbia delle montagna haitiane. Quel giorno l'atmosfera è cosi misteriosa che mi sembra di essere proiettata sul set del film "Jurassic Park". Incantata, mi avventuro tra le viuzze del villaggio in direzione del Comune, dove ho appuntamento con la Signora Magalie Bretoux, rappresentante del Comitato Comunale della Protezione Civile (CCPC) e molto attiva nella promozione di migliori condizioni di vita per le donne del dipartimento. Poiché la Protezione Civile è partner del progetto, sono stata invitata a partecipare ad un seminario in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
Mentre cammino noto qualcosa di diverso. Per le strade non ci sono donne che trasportano sulla testa i grandi cestini pieni di frutta, verdura, pane e vestiti. In lontananza sento una musica che ritma i miei passi e aumenta sempre di piú "Mwen if yon fanm kap chèche equality, mwen if yon fanm m Genyen diyite!"[1]. La Signora Bretoux mi conduce non lontano dal Comune, al Centro di Comunicazione Comunitario (CCC). In una sala riunioni, una cinquantina di donna con delle magliette viola e gialle cantano e danzano con un'energia e un entusiasmo ai quali è impossible resistere. In pochi secondi mi ritrovo al centro della stanza cercando di seguire il ritmo e le parole della canzone.
Il seminario è organizzato dal Movimento delle Donne del Distretto di Bell'Anse (MOFAB), un'organizzazione locale che lotta per riconoscere alle donne il diritto all'educazione, alla salute e alla giustizia, e per mettere fine alle discriminazioni di genere. MOFAB ha preparato una giornata di formazione sulla storia dell'8 Marzo e sui Diritti Fondamentali che ancora troppo spesso sono negati alle donne. A turno, la Signora Gracilia Haedeus, Coordinatrice del Movimento, la Signora Bretoux et la Signora Roselene Gilot, della Protezione Civile, parlano appassionatamente delle proteste che da secoli le donne organizzano in ogni parte del mondo.
Le organizzatrici incoraggiano le participanti a riflettere sulla condizione della donna nei loro villaggi e sulle discriminazioni tra ragazzi e ragazze; incolpano la società delle ineguaglianze esistenti e del considerare le donne come inferiori. Per questo motivo, MOFAB sostiene gli abitanti del distretto ad alzare la voce e a mobilitarsi per il riconoscimento e il rispetto dei propri diritti.
Dopo tutti questi discorsi militanti, l'atmosfera nella sala è animata. Le invitate si raccontano le storie di vita personali e nell'aria comincia a diffondersi il profumo di riso e di bananes pressées, che ricorda che l'ora di pranzo si avvicina. "If poutet his ke Jodia the nou, pendan nap chèche Kouraj ak diyite"[2] intonano le organizzatrici, per non perdere l'attenzione delle partecipanti. Mentre le donne riprendono le loro danze ritmate, ne approfitto per uscire dall'aula e continuare il mio giro di riunioni.
Più tardi, passeggiando per il villaggio, mi ritrovo vicino ad una fonte d'acqua. Scosceso e scivoloso, il cammino per raggiungere questo lugo vitale è lungo e pericoloso. Molte donne intraprendono il sentiero trasportando pesanti tanniche d'acqua sulla testa. I loro occhi mostrano la fatica di una vita passata al servizio degli uomini e della famiglia. Poco distante, un gruppo di ragazzi ride e scherza accanto a delle moto, mentre la radio trasmette della musica kompa. Nessuno di loro ha l'intenzione di aiutare le donne, non è compito loro.
Ripenso all'energia e all'entusiasmo di tutte quelle donne riunite per conoscere meglio i propri diritti e cambiare le proprie vite. Mi dico che il cammino per l'eguaglianza di genere è ancora lungo e complicato, ma l'azione di MOFAB nella zona e le iniziative di sensibilizzazione lasciano sperare che "nan bed pou yo ap bank jistis fanm jwenn libète"[3].
[1] "Sono una donna in cerca d'eguaglianza, sono una donna in cerca di dignità".
[2] "Ecco perché siamo qui oggi, per cercare il coraggio e la dignità".
[3] "Nella lotta per la giustizia, le donne riusciranno a conquistare la libertà".
Di Beatrice Malasoma