Nord Sudan. Acqua potabile per 9.000 sfollati da Zamzam
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23-05-2025 | di COOPI

Nord Sudan. Acqua potabile per 9.000 sfollati da Zamzam

Migliaia di famiglie sfollate, costrette a fuggire dalle violenze nel campo di Zamzam e nelle aree circostanti, si sono rifugiate a El Fasher, molte senza aver potuto portare nulla con sé. Accampate in rifugi di fortuna o costrette a dormire all’aperto, senza accesso ad acqua pulita né a servizi igienici di base, vivono in condizioni estremamente precarie. In risposta a questa emergenza, COOPI – Cooperazione Internazionale ha avviato un intervento umanitario d’urgenza dal titolo “Provision of Life Saving assistance for IDPs in emergency in El Fasher locality, North Darfur region”, con il sostegno del Sudan Humanitarian Fund di OCHA. Forte della sua consolidata esperienza nel settore Acqua e Igiene (WASH), COOPI è intervenuta con tempestività, garantendo il trasporto di acqua potabile, il monitoraggio della qualità dell’acqua, la distribuzione di contenitori e kit di emergenza e la costruzione di latrine, contribuendo a ridurre i rischi sanitari per la popolazione colpita e a garantire standard igienici di base.

Il progetto di emergenza, della durata di due mesi, rappresenta una risposta immediata alla grave crisi in corso, conseguente all’attacco avvenuto l’11 aprile 2025 contro il campo per sfollati interni di ZamZam, un’area già classificata come Fase 5 (carestia) secondo la Classificazione Integrata della Sicurezza Alimentare (IPC), il livello più critico di insicurezza alimentare. Oltre 400.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case senza alcun bene, cercando rifugio in diverse direzioni, tra cui El Fasher, città già sotto assedio da nove mesi, colpita da bombardamenti continui e da una crescente emergenza umanitaria. In questo contesto estremamente fragile, COOPI ha condotto rapidamente una valutazione dei bisogni in coordinamento con il Water and Environmental Sanitation Department (WES), la Humanitarian Aid Commission (HAC) e le comunità sfollate.

I risultati hanno rivelato una situazione drammatica: l’85% della popolazione sfollata non ha accesso a beni e servizi essenziali e nella città restano attive solo tre fonti d’acqua, lasciando il 97% della popolazione al di sotto degli standard minimi di accesso all’acqua. L’afflusso di sfollati ha messo ulteriormente sotto pressione infrastrutture già molto limitate, costringendo molte persone a vivere per strada, spesso senza neanche un contenitore per l’acqua.

“La maggior parte dei punti d’acqua vicini è ormai inaccessibile a causa della violenza continua, e quelli ancora attivi sono sovrasfruttati e necessitano urgentemente di riparazioni. Nel frattempo, l’impennata dei prezzi del carburante ha ulteriormente compromesso il funzionamento dei sistemi di pompaggio dell’acqua”

racconta un operatore COOPI presente a El Fasher.

L’accesso all’acqua è oggi gravemente compromesso per disponibilità, costo e qualità. Le pessime condizioni igienico-sanitarie e il ricorso diffuso all’evacuazione in spazi aperti aumentano notevolmente il rischio di epidemie, come il colera o la diarrea acquosa acuta. A causa della grave carenza idrica, molte famiglie sono costrette a dare priorità all’acqua potabile rispetto all’igiene personale, con gravi rischi per la salute, soprattutto nei luoghi sovraffollati.

L’accesso umanitario e la capacità di risposta restano estremamente limitati e ampiamente insufficienti a soddisfare i bisogni delle oltre 400.000 persone recentemente sfollate, che si aggiungono ai 47.561 sfollati interni già presenti a El Fasher. In risposta, COOPI ha assunto un ruolo di primo piano nel coordinamento con le autorità HAC e WES e con gli altri attori umanitari, partecipando a valutazioni congiunte e ai tavoli di lavoro del Cluster WASH a livello del Nord Darfur. COOPI è alla guida della risposta rapida nel settore WASH nelle prime 48 ore dallo sfollamento, collaborando strettamente con partner come Africa Humanitarian Action e Welthungerhilfe per ampliare la copertura del trasporto d’acqua e raggiungere le popolazioni più vulnerabili a El Fasher. L’intervento d’emergenza di COOPI fornirà acqua sicura a 9.330 persone, distribuirà due contenitori da 20 litri a 1.000 famiglie vulnerabili e costruirà 50 latrine d’emergenza per circa 2.500 persone, assicurandone la privacy, l’accessibilità e la pulizia.

Dal 2004, COOPI è attiva in Sudan e nel Nord Darfur per sostenere le comunità vulnerabili, attraverso un approccio multisettoriale volto a migliorare l’accesso a servizi essenziali come shelter, sicurezza alimentare e mezzi di sussistenza, WASH e riduzione del rischio di disastri. Dallo scoppio della guerra civile nell’aprile 2023, l’organizzazione ha intensificato i propri sforzi umanitari, ampliando la presenza sul territorio e rafforzando la risposta d’emergenza per far fronte ai bisogni urgenti delle popolazioni colpite.