Sin dal 2014, COOPI ha creato in Niger delle unità mobili che forniscono servizi di assistenza psico-sociale e di salute mentale in risposta ai problemi causati dagli spostamenti delle popolazioni colpite dalle atrocità commesse da Boko Haram nel nord della Nigeria. Inoltre COOPI si è impegnata nella prevenzione dei casi di separazione familiare prendendosi transitoriamente cura dei bambini e adolescenti non accompagnati o separati e conducendo un processo di riabilitazione psicosociale che ha interessato 22.739 bambini e adolescenti associati a forze e gruppi armati (di cui 11.470 bambine e adolescenti). COOPI ha, altresì, sviluppato un modello di assistenza incentrato sui bisogni delle donne che hanno subito violenza basata sul genere.
Seguendo un approccio simile, nella Repubblica Democratica del Congo (Distretto dell’Ituri e Provincia di Maniema), dal 2010 al 2012, COOPI ha sostenuto i sopravvissuti alla violenza di genere, a seguito della guerra civile, attraverso cure specifiche, supporto psico-sociale e consulti con servizi sanitari olistici per cure mediche adeguate. L’approccio utilizzato sia con le donne che con le bambine e con i bambini e adolescenti, è stato quello di supportare l’individuo olisticamente tenendo in considerazione le esigenze specifiche in materia di salute e benessere psico-sociale.
Il programma ha previsto il rafforzamento di 60 centri di salute e ha garantito l’accesso all’assistenza medica a più di 10.000 sopravvissuti alle violenze. Al contempo, è stato fornito supporto psico-sociale a più di 25.000 sopravvissuti alle violenze di genere e sono state formate più di 12.000 persone sullo sviluppo di attività generatrici di reddito. Ogni individuo ha partecipato all’elaborazione di un percorso personale e, attraverso una terapia di counselling, ha ricevuto il sostegno necessario per il processo riabilitativo e di guarigione, individuando i propri bisogni, ma anche le proprie risorse.
Il successo di questo programma dimostra l’importanza di sviluppare piani d’azione e azioni specifiche per ogni bambino, donna o uomo, tenendo conto del loro contesto di vulnerabilità e dei meccanismi familiari e/o comunitari di resilienza. L’aspetto di coinvolgimento della comunità nella prevenzione e nella risposta alle violazioni dei diritti umani e agli abusi si è rivelata un elemento chiave per la sostenibilità dell’intervento.